Henri Matisse sosteneva che “ci sono due modi di esprimere le cose: uno è mostrarle brutalmente, l’altro è evocarle con arte” (H. Matisse, “Note di un pittore”). Ecco, Beppe Grillo riesce a farle tutte e due contemporaneamente; le mostra brutalmente evocandole con arte. Le sue sovraeccitazioni da blog e comizi sono perfettamente amalgamate a quell’arte del ritocco minuzioso e calmo da stratega che si eccita poco. Evidentemente fa parte della sua politica da politico non politico. Beppe c’è e non c’è, può permettersi di esserci o non esserci a seconda dell’andazzo. Questa sua espressione brutale da comico non comico si modifica a seconda della composizione del quadro strategico. Matisse applicava la stessa tecnica artistica quando realizzava i suoi dipinti; lo spazio che occupavano i corpi, i vuoti che li circondavano e le proporzioni facevano parte della sua “composizione espressiva” ben calcolata. Qui troviamo il padre del Movimento 5 Stelle, accanto al Ministro degli Esteri Di Maio, ad evocare brutalmente caos e entropia, euforia e tempi nuovi, voti e beneficienza, il mondo e gli indiani. Con il corpo riempieva lo spazio, visto che c’era. Poi però all’ambasciata cinese a Roma non c’era, evidentemente stava solo riempendo qualche vuoto. Sì, ok, c’era, ma non da politico non politico o da comico non comico. Solo nella proporzione di “privato cittadino”, non si è mosso brutalmente evocando la sua arte. Mah, sarà che “il Movimento è, in se stesso, instabile” (H. Matisse, “Note di un pittore”).
Stefania Bozzo