"Bisogna garantire incentivi a fondo perduto per contenere i costi a carico delle famiglie per la frequenza dei centri estivi di bambini e ragazzi di età compresa fra i 3 e i 13 anni, dato che, a causa delle nuove linee guida che prevedono maggiori costi organizzativi da parte dei gestori con, inoltre, l’assunzione di nuovi educatori, le rette hanno subito un rincaro. I centri estivi rappresentano la salvezza per molte famiglie, dopo mesi in cui sono rimasti chiusi in casa e hanno affrontato la scuola davanti allo schermo di un pc, per i ragazzi ritrovare gli amici significherebbe un necessario ritorno alla normalità oltre che un rifugio dai timori della solitudine avvertiti durante il lockdown. Senza contare le necessità dei genitori di trovare una sistemazione sicura dopo tanto tempo ai loro figli per potersi concentrare di nuovo sul lavoro. Ma i centri estivi rischiano di essere una chimera per molte famiglie, la loro accessibilità rischia di essere un lusso. In alcune zone, ad esempio, le nuove rette prevedono aumenti fino al 300%. Una vera stangata per famiglie già messe a dura prova dal lockdown e da una crisi economica che ha, in molti casi, impoverito i redditi di un anno fa. Quello che ci aspettiamo è che le famiglie non debbano pagare di più rispetto agli anni passati e che ci sia un aiuto reale e concreto da parte delle Istituzioni".
Luca Campisi Portavoce del Popolo della Famiglia di Riccione