Che fine farà il mondo dello spettacolo?
E non sto parlando di un mondo astratto: secondo la Fondazione Centro Studi Doc sono fra i 300mila e i 380mila i lavoratori attualmente fermi, senza considerare tutto il lavoro sommerso. Le imprese del settore dell'audiovisivo, ad esempio, sono circa 8.500, per un totale di circa 61.000 dipendenti. Ai quali si aggiungono altri 112.000 posti di lavoro generati dall'indotto, per un totale di 173.000 lavoratori messi in uno stato di incertezza, dei quali la maggioranza è costituita da giovani e donne, le classi professionalmente più fragili della nostra società. Un modo molto variegato, declinato in un insieme di settori, ognuno con le proprie specificità in termini di infrastrutture, filiere di produzione e professionalità.
Solo una settimana fa è stata approvata (all'unanimità) in Commissione cultura la risoluzione unitaria sulle misure di sostegno della cultura e dello spettacolo, con cui si è chiesto al Governo una serie di azioni concrete e molto dettagliate. Nel dispositivo si menziona anche il mondo della notte e il cosiddetto clubbing, che in riviera per tanti anni ha rappresentato una colonna portante del turismo e che, nonostante le mutazioni culturali degli ultimi anni, rappresenta ancora una risorsa importante. Nonostante, complice anche una legislazione per certi versi contraddittoria, non venga ancora considerato a pieno diritto come cultura. L'appello che lancio è volto alla salvaguardia e al sostegno non solo delle piccole imprese del settore, club e discoteche, ma soprattutto delle tante figure professionali che vi ruotano attorno, dai tecnici ai promoter, fino alle centinaia di deejay, piccoli e grandi, che ogni estate animano la nostra provincia. E' importante che se ne parli, che venga acceso un riflettore anche su queste figure professionali spesso difficilmente inquadrate.
Se il Silb si preoccupa giustamente di stimolare, sul piano dei protocolli operativi, la riapertura in sicurezza dei locali, bisogna parallelamente pensare ad un sostegno economico per i lavoratori che, fisiologicamente, andranno comunque in difficoltà. Sarà un'estate atipica, l'abbiamo già detto. Qualunque siano le decisioni prese dal Governo. Ed è indubbio che certi protocolli, sacrosanti sul piano della tutela alla salute, limiteranno notevolmente la programmazione e il lavoro di certe figure professionali. Per questo motivo è ancora più importante tutelare e sostenere i lavoratori del settore. Tra l'altro l'occupazione giovanile rappresenta una percentuale importante: il 36,1% dei dipendenti delle discoteche ha un'età compresa tra i 20 e i 30 anni e tra questi l'occupazione femminile supera addirittura quella maschile.
In futuro sarà necessario anche cambiare l'impianto legislativo per poter meglio affrontare le sfide del futuro.
Simone Bertozzi (consigliere comunale PD Rimini)