"La recente assegnazione dell’immobile della questura al gruppo Conad da un lato è certamente un’ottima notizia visti i fondamentali finanziari e la solidità dell’operatore, d’altro canto stante la particolare procedura che ne ha regolato l’acquisizione non è minimamente pensabile ipotizzare che un soggetto privato acquisti un’area (con un fabbricato sovrastante di tali dimensioni e destinazioni d’uso) ad un’asta pubblica all’interno di una procedura fallimentare e che nel giro di pochi mesi la pubblica amministrazione approvi una variante urbanistica con l’inserimento di funzioni tipiche del core business di quel gruppo stesso. Si tratterebbe di un precedente politico pericolosissimo e di dubbia fattibilità giuridica, soggetto a potenziali ricorsi da parte del secondo classificato secondo la logica del rilancio. Nessuna maggioranza politica reggerebbe.
A mio avviso viceversa si dovrà lavorare solo ed esclusivamente secondo la logica del progetto di finanza all’interno del perimetro delle funzioni relative a servizi di pubblica utilità secondo un principio sussidiario (gestiti dal pubblico o dal privato non fa differenza) partendo dal valore di acquisto di 4 mln al quale dovrà essere aggiunto il costo di ristrutturazione stimato in 15 mln circa. Quindi un investimento con un target finanziario pari a circa 20 mln di euro collocabile facilmente sul mercato fondistico con un affitto annuo pari ad 1,5 mln e quindi una redditività pari a circa il 7,5% peraltro garantito in gran parte da enti pubblici. Vista la frammentazione in città dei vari uffici comunali e dell’amministrazione statale ritengo che sia un obbiettivo assolutamente perseguibile senza dover innescare interminabili procedure urbanistiche, politicamente insostenibili ed irte di insidie giuridiche. L’idea di una sorta di cuore pulsante dei servizi cittadini e della sicurezza è l’unica soluzione urbanistica percorribile, coerente e razionale.
Parallelamente ritengo d’obbligo cogliere tale occasione per pianificare una grande operazione di rigenerazione urbana nel quadrante Via Fada-Via Ugo Bassi-Via Flaminia-Via IX Febbraio 1849 che oltre all’area della questura interessi stadio/palazzetto e caserma Giulio Cesare. In tal senso serve un piano urbanistico speciale che affronti una volta per tutte anche il tema dello stadio Romeo Neri e della caserma Giulio Cesare, 2 argomenti non più rinviabili. Per lo stadio di certo la strada non può essere quella che animò il dibattito ai tempi del Rimini di Bellavista, siamo in un’altra era geologica per quanto riguarda il mercato immobiliare, quella strada oggi non è più percorribile e quindi occorre pensare ad una rigenerazione del Romeo Neri con altre formule finanziarie in quanto con le sole risorse comunali sarebbe del tutto irrealistico. Così come per la Giulio Cesare non è pensabile immaginarla se non in sintonia con le funzioni dell’area della questura.
Mi auguro che la campagna elettorale possa diventare il luogo ideale per stimolare nei prossimi mesi un sano e costruttivo dibattito politico in città per poi lanciare già nell’autunno un concorso di idee internazionale che magari attragga a Rimini le grandi firme dell’architettura, con regole ed obbiettivi fissati dalla nuova Giunta evitando così di procedere in maniera disarticolata come peraltro spesso è accaduto".
Alessandro Ravaglioli