"Caro Diario, sai che l’altra notte hanno devastato una delle nostre casette dei libri? L’hanno azzoppata e gli hanno rotto il vetro. Insieme a quella hanno tirato per terra un bidone. I soliti vandaletti di quartiere, quelli buoni a fare i grossi quando sono in gruppetto. L’abbiamo riparata subito e dopo poche ore è tornata al suo posto, acciaccata ma pronta. Qualcuno ha pensato bene di riempirla di libri. E’ la risposta migliore che possiamo dare a chi fa ste cose, perché ci troveranno li sempre al nostro posto a fare per il territorio. Anche se qualcuno non lo vorrebbe.
Sai, caro Diario, che l’altro giorno abbiamo segnalato alcune critiche all’amministrazione e di tutta risposta l’assessore ha risposto, a mezzo stampa, che sostanzialmente sono tutti attacchi pretestuosi fatti per la campagna elettorale 2027 e che quindi non hanno senso e non devono essere prese in considerazione da chi governa la città da tutta la sua carriera politica. Quella risposta ha dato luce a tutto: nonostante il mandato amministrativo duri 5 anni e siamo a 3 anni dalle elezioni future, la logica è sempre e sola quella elettorale. Con questa chiave si capisce tutta la politica degli ultimi anni: eliminare i corpi intermedi, non creare una vera classe dirigente sul territorio ma elargire favori e promesse sempre a titolo personale. Così si controlla il consenso e si ha in pugno la distribuzione delle prebende, oltre a poter gestire il dissenso accomodandolo con delle briciole oppure sminuirlo in maniera costante.
In questa situazione, come già ti raccontavo altre volte, tutti sguazzano perché fondamentalmente il presidio del territorio è delegato non ad una classe dirigente, ma ad un singolo che si autoelegge a sceriffo. Se lui una cosa la vede e gli aggrada interviene, in caso contrario tutto rimane immobile. La povera casetta è l’ultima vittima di questo sistema che tutto avvolge e tutto distrugge. La politica deve prendere sul serio la voce dei territori e smettere di sminuire i problemi, che sono tanti e pressanti. Nel frattempo a noi non resta che sperare nella speranza. Ma si sa: chi di speranza Vive, disperato muore".
Stefano Benaglia