"Il senatore Croatti nel suo intervento lascia emergere alcuni aspetti su cui come Comitato abbiamo posto l'accento fin dall'inizio del nostro percorso. Il "disegno" che ha portato la Regione ad approvare il progetto Fileni a Maiolo è partito prima della presentazione degli atti nel 2020, è partito con la ri-perimetrazione delle aree di massima pericolosità e la conseguente rimozione vincolo idrogeologico, senza la quale non sarebbe stato possibile immaginare di realizzare una parte dei nuovi capannoni. Una variante, non l'unica in questo progetto, voluta dalla proprietà che il Comune di Maiolo ha avallato presso le istituzioni preposte, in primis l'Autorità di bacino. Di fronte a quanto accaduto a maggio in Romagna, siamo sgomenti di fronte a un progetto che consuma suolo, riducendone di fatto la capacità drenante.
Ringraziamo perciò il senatore Croatti, che abbiamo avuto modo di ospitare nelle ultime settimane, per un sopralluogo sull'area di cantiere, per la sensibilità di indicare anche il problema del consumo di suolo, uno in più tra i tanti collegati all'inutile allevamento intensivo che Fileni vuole aprire in Alta Valmarecchia.
Riportiamo le parole di Gianfranco Giovagnoli, allora Segretario Autorità di Bacino Marecchia e Conca, che nell’ambito della discussione relativa al “Progetto di variante 2016 al Piano stralcio di Bacino per l’assetto idrogeologico del Bacino dei fiumi Marecchia e Conca (PAI)” e alla richiesta di un’eventuale variante successiva promossa da Marcello Fattori per conto di Fileni ritenne utile sottolineare il fatto che il Comune di Maiolo sia il Comune con l’indice di franosità più alto tra tutti i comuni dell’Autorità di Bacino ed in tal senso adeguate tutele del territorio andrebbero viste come opportunità di buon indirizzo dello sviluppo urbanistico e non come limiti da superare. Una risposta alle “perplessità” del sindaco di Maiolo, presenta a quella discussione anche in qualità di presidente dell’Unione comuni Valmarecchia".
Opinioni
11:06 | 12/11/2024 - Rimini