"Chi oggi si scaglia contro il progetto di installazione di pale eoliche offshore nel mare Adriatico apre un dibattito che richiama alla mente la celebre scena di Don Chisciotte che si lancia contro i mulini a vento, scambiandoli per giganti malvagi. Questa battaglia contro l'energia eolica offshore, presentata come una difesa del paesaggio, appare anacronistica. Il vero scempio non è la costruzione di impianti rinnovabili, ma la cementificazione che ha compromesso gran parte della costa riminese, senza particolari “levate di scudi” da parte del mondo imprenditoriale.
In un contesto di emergenza climatica e di necessità di transizione verso fonti energetiche più sostenibili, l'energia eolica rappresenta una delle soluzioni più promettenti per ridurre le emissioni di CO2 e raggiungere gli obiettivi stabiliti dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030 (PNIEC). Il piano, aggiornato a luglio 2024, prevede un incremento significativo dell'energia prodotta da fonti rinnovabili, con l'obiettivo di portare la quota al 63% del consumo elettrico nazionale entro il 2030. Nella provincia di Rimini, però, la produzione da fonti rinnovabili copre solo il 23,9% del fabbisogno energetico complessivo, ben lontana dagli standard necessari per sostenere una vera transizione ecologica.
È in questo quadro che la battaglia contro le pale eoliche offshore assume tratti incomprensibili. Infatti non esistono studi che dimostrino l’impatto negativo delle pale eoliche sul turismo. Esistono piuttosto casi e ricerche secondo le quali gli impianti eolici non allontanano i turisti. Gli impianti eolici - salvaguardando aree paesaggisticamente uniche come l’Alta Valmarecchia – sono uno degli strumenti per una corretta gestione della crisi energetica e climatica.
L'Italia, con il PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima), si è impegnata a rispettare gli ambiziosi obiettivi fissati dall'Unione Europea per il 2030. Tra questi, vi è la necessità di aumentare la quota di energie rinnovabili nei vari settori, dai trasporti (dove si prevede un incremento del 34%) al riscaldamento e raffrescamento (36%), fino all'energia elettrica (63%). Questi obiettivi sono fondamentali non solo per ridurre le emissioni di gas serra, ma anche per evitare costose sanzioni che deriverebbero dal mancato rispetto degli obblighi comunitari. Se l'Italia non riuscirà a raggiungere i target, dovrà infatti acquistare quote di emissioni dai Paesi più virtuosi, spendendo miliardi di euro che potrebbero invece essere investiti nello sviluppo di infrastrutture energetiche sostenibili. L’Emilia-Romagna ha già delineato nel 2017 il Piano regionale per Clima ed Energia 2030, che prevede la decarbonizzazione e l'aumento delle energie rinnovabili. Questo piano è stato rafforzato dal Patto per il Lavoro e per il Clima del 2020, con l'obiettivo di raggiungere il 100% di energia da fonti rinnovabili entro il 2035 e di accompagnare il territorio verso una transizione ecologica equa e inclusiva.
Un aspetto centrale per il futuro energetico della provincia di Rimini e del Paese è rappresentato dalle Comunità energetiche rinnovabili (CER); anche di questo si parla ampiamente nel Piano del lavoro che CGIL ha presentato lo scorso 15 novembre. Si tratta di gruppi di cittadini, imprese o enti locali che si uniscono per produrre e condividere energia da fonti rinnovabili, riducendo la dipendenza dalle reti energetiche tradizionali e abbattendo i costi. Nella provincia di Rimini, diversi progetti sono già in fase di realizzazione, come quello del Comune di Montegridolfo, che ha deciso di investire in una comunità energetica per conciliare la diffusione delle rinnovabili con la tutela del patrimonio storico. Questi progetti non solo favoriscono la sostenibilità e la crescita di una diffusa cultura ambientale, ma rappresentano anche un'opportunità di sviluppo economico e sociale per i territori, coinvolgendo attivamente i cittadini nella gestione delle risorse energetiche. Su questi temi quali iniziative sta mettendo in campo a livello sistemico il mondo delle imprese turistiche? La risposta è importante, perché il turismo riminese consuma da solo oltre il 40% dell’energia in provincia di Rimini. L'importanza delle CER è evidenziata anche nella contrattazione sociale e aziendale promossa da CGIL di Rimini e dalle sue articolazioni di categoria. L'obiettivo è quello di far sì che i risparmi energetici generati dalle comunità ricadano direttamente sulla popolazione lavoratrice, migliorando il benessere collettivo e riducendo le disuguaglianze.
La lotta a prescindere contro le pale eoliche offshore rischia di configurarsi come una battaglia di retroguardia, che può rallentare un processo di transizione energetica imprescindibile. La vera minaccia non è costituita dalle pale eoliche, ma dall’urgenza d’investimenti – anche privati - e di una visione strategica capace di coniugare la crescita economica con la sostenibilità ambientale. L'invito è quello a guardare alle pale eoliche come a una risorsa, non solo per la produzione di energia pulita, ma anche come simbolo di un territorio che sceglie di investire sostenibilmente nel futuro. Un futuro in cui le comunità locali, le imprese e i cittadini dovranno essere protagoniste di un nuovo modello di sviluppo, basato su energie rinnovabili e partecipazione".
Camera del Lavoro Territoriale - CGIL