"Caro Diario, hai visto il nuovo “Super Comitato”? è stato un passo importante per la partecipazione dei territori alla vita della città. Quello che più colpisce non è il fatto che le realtà locali si siano sedute attorno ad un tavolo comune per discutere delle problematiche, ma è il fatto che l’amministrazione non voglia aprire un dialogo con questa nuova realtà. Unirsi per coordinarsi è sicuramente una strategia di lotta necessaria, perché i singoli con tematiche locali possono entrare in contatto con altre identità specifiche e scambiarsi buone pratiche e informazioni.
Credo caro Diario che vivere un territorio sia fondamentalmente questo: esserci ogni giorno costruendo un’idea di comunità, portando avanti un’idea che fino ad ora è stata comunque una risposta ai bisogni del territorio. In questo momento di forte crisi di rappresentanza in molti tendono a parlare di territori, arrivando al punto di svuotare completamente questa parola talmente tanto viene abusata. Addirittura qualcuno si sta scoprendo ambientalista di destra pur di accaparrassi qualche titolo sul giornale o qualche voto nel futuro. Si scagliano contro le nuove costruzioni di Rivabella e la variante della statale 16, dimenticandosi che hanno sempre considerato i parchi pubblici solo luoghi di spaccio e che è stato proprio il governo Meloni a prorogare la VIA sulla variante SS16.
Ai partiti di governo di questa città vorrei segnalare lo scarso coraggio di rivedere decisioni prese in un altro momento storico, con un atteggiamento che ha portato a regalare di fatto tutte le istanze di vivibilità e salvaguardia del verde a quei partiti che da sempre credono che il riscaldamento globale sia una bufala. Così dopo la sicurezza, stiamo perdendo anche l’ambientalismo dai pilastri fondanti del nostro essere una forza politica lungimirante.
Credo sia necessario tornare ad occuparsi attivamente dei territori, organizzando incontri pubblici e riunioni e mettendo finalmente in campo una riforma della rappresentanza territoriale con l’obiettivo di creare una classe dirigente che si rinnova, che cresce e impara, senza le pretese di essere eterni nei ruoli di comando. Se così tanti comitati si sono riuniti attorno ad un tavolo, e altri ne arriveranno, è evidente che esiste un malcontento diffuso, reale e tangibile che necessita di un confronto aperto e sincero. In definitiva quello di venerdi scorso non è stato altro che una richiesta di ascolto da parte di questa classe dirigente locale che si è chiusa completamente al dialogo, forte di una sua maggioranza elettorale.
Io caro Diario come tanti aderenti ai vari comitati e alle varie associazioni sono parte di questa maggioranza, ho la tessera di questa maggioranza ed ero candidato in questa maggioranza. Ma se si evita di ascoltare, si evita di dialogare con chi vede la propria qualità della vita compromessa e ci si sottrae al confronto con i propri elettori si imbocca una via autoreferenziale che è molto difficile da invertire. Speravamo che quei tempi fossero finiti e si potesse cambiare registro. E invece siamo fermi al punto programmatico “io so io, voi non siete un cazzo”.
Stefano Benaglia