"Nel discorso della candidatura di Jamil Sadegholvaad c’è un passaggio che ritengo particolarmente importante, quando cita una partecipazione permanente e codificata dei cittadini alla amministrazione pubblica. Aggiungendo che non può bastare la propensione al dialogo del singolo amministratore, ma prende a modello i forum deliberativi del professor Stefano Zamagni: spazi di dialogo, idee, proposte, confronto strutturato tra cittadino e istituzione. Questo percorso innovativo già oggi è in atto attraverso il passaggio, speriamo imminente, in consiglio comunale della delibera consiliare che riguarda il regolamento sulla collaborazione tra cittadine, cittadini e amministrazione comunale per la cura, la gestione condivisa e la rigenerazione dei beni comuni. E’ un passaggio molto importante. Significa riconoscere che quando i cittadini si attivano non sono utenti o amministrati, secondo le categorie del diritto amministrativo ottocentesco, bensì soggetti responsabili e solidali che in piena autonomia collaborano con l’amministrazione nel perseguimento dell’interesse generale o, detto in altro modo, nella cura dei beni comuni. Nella nostra città il numero di persone che intendono prendersi cura di spazi o utilità di interesse generale è, ed è sempre stato, importante, che siano spazi urbani o attività culturali e sociali. Perché questa alleanza tra amministrazione e cittadini, o associazioni di cittadini, si possa realizzare servono, tuttavia, delle regole che permettano alle istituzioni di qualificare e promuovere le iniziative migliori e più sostenibili, nel rispetto dei principi di legalità, imparzialità e buon andamento. L’approvazione di questo regolamento è un primo fondamentale passo, ma questo percorso è purtroppo fermo da svariati mesi nella pastoia delle contrapposizioni delle correnti della maggioranza in consiglio comunale. Auspico un colpo di reni di questa amministrazione per far partire da subito un processo di rigenerazione della città. Il cambiamento culturale attuale sta proprio nell’attivarsi autonomo di persone che non si sentono né si comportano come supplenti, che non rimediano ad inefficienze dell’amministrazione pubblica, bensì come cittadini che si riappropriano di ciò che è loro. Ad maiora".
Kristian Gianfreda