"La crisi del settore turistico è senza ombra di dubbio sotto gli occhi di tutti, è stato difficile affrontare l’anno appena passato, sarà comunque complicato quello appena iniziato. Sappiamo benissimo che Rimini ha in questo settore, e in tutto il suo indotto, il principale motore economico, ma sappiamo alquanto benissimo che quel settore negli anni ha saputo si arricchire qualcuno ma al contempo ha impoverito e precarizzato ancora più del normale lavoratrici e lavoratori che quel settore portano avanti; lavoratrici e lavoratori spesso sfruttati e sottopagati che con la crisi dettata dalla pandemia si sono ritrovati esclusi (ancora una volta) dai primi ristori messi in moto dal governo.
Si è dovuto intervenire in un secondo momento per cercare di tutelare un minimo tutte quelle persone che negli anni hanno portato avanti il settore con contratti farlocchi, a forfait, lavoratori in nero e che per effetto di ciò non gli è stato riconosciuto alcun ammortizzatore.
Chiaramente si continua a chiedere interventi per ristorare quelle attività ma crediamo che la pandemia ci dica che per il domani sia necessario cambiare narrazione e prospettiva, cosa che fino ad oggi la politica non ha avuto la volontà e la capacità di fare.
Pensiamo che debba essere centrale, per evitare che tutto rimanga come prima, per evitare che il domani sia uguale a quanto succedeva ieri, che i ristori in questo ambito siano vincolati al “comportamento” tenuto negli anni passati dalle strutture, al loro reale rispetto nell’applicazione dei contratti collettivi, alle condizioni con le quali hanno tenuto in regola (se lo hanno fatto) quelle migliaia di lavoratrici e lavoratori poveri che si sono ritrovati senza nessuna tutela, sia mentre lavoravano, sia in questa situazione.
Pensiamo che sia proprio questo il momento di affrontare i problemi, per scongiurare la possibilità che tutto continui ad essere come prima, perché il “prima” era già un grossissimo problema che non può e non deve tornare".
Emilia Romagna Coraggiosa - Rimini