"Dietro l’operazione di conferimento delle quote di Romagna Acque a Geat, si palesa una strategia precisa: sfruttare gli ultimi istanti di un governo agli sgoccioli per recuperare la perdita di consenso in città. Ormai è chiaro a tutti il senso di questa operazione straordinaria: indebitare Geat per finanziare asfalti e marciapiedi elettorali. Portando almeno la metà del valore delle azioni a riserva da sovrapprezzo di fatto si liberano risorse per la spesa del comune. Si tratta di un errore clamoroso i cui effetti potrebbero ricadere sui riccionesi e sui lavoratori di Geat, perché Geat è un soggetto fallibile. A differenza del Comune, e come tutte le società a responsabilità limitata, può anche fallire se eccessivamente indebitata e incapace di incrementare il fatturato dei servizi erogati. Tutto questo avviene peraltro sulle teste del Presidente di Geat, del Cda, del Direttore e del Sindaco Unico, che avendo responsabilità dirette come amministratori dovrebbero loro stessi chiedere il rinvio di questa pratica.
Ma non solo: tutto questo avviene persino sulle teste degli enti soci: Misano, Cattolica e Morciano. Neanche coinvolti in questa decisione. Lecito dunque chiedersi il perché: perché il comune si rivolge al bancomat Geat? Il Comune di Riccione ha un bilancio sano. Da sempre, da molto prima che arrivasse la Tosi in città. Ha una ampia capacità di contrarre nuovi debiti per finanziare i lavori pubblici. Ma non lo fa e lo fa fare alla più fragile Geat. Per un’unica ragione: le tasse incassate da cittadini e turisti vengono spese tutte in spesa corrente. In eventi, lustrini, lucine, incarichi consulenziali, e orpelli di vario genere. Non vengono spese e non sono state spese per ripagare mutui per opere e infrastrutture che rimangano alla città, ma solo per eventi e passerelle. Sono stati usati tutti per una spesa a breve termine, effimera, non invece per finanziare investimenti di lungo termine. Ecco perché dopo otto anni abbiamo strade colabrodo, il porto ancora fermo e il centro cittadino in totale degrado. L’unica opera pubblica fatta è stata finanziata dalla Regione.
C’è solo una conclusione: la destra al governo della città ha scialacquato e tenta il recupero sulla pelle di Geat. Non hanno lasciato nulla di tangibile alla città. Usare Geat come un bancomat per fare oggi ciò che non è stato fatto in otto anni rappresenta un rischio tangibile a cui la città deve dire no e a cui gli amministratori di Geat stessa dovrebbero opporsi".
Gruppo consigliare PD Sabrina Vescovi