“Quella sanitaria resta la prima emergenza e non ci si deve fare prendere la mano dal calo dei contagi, ma l’emergenza economica rischia di esplodere in maniera quasi irreversibile se una cabina di regia che metta insieme amministratori, OMS e ISS non inizierà a dare una linea certa il prima possibile”. I coordinatori Italia Viva Provincia di Rimini Giorgia Bellucci e Gianluca Fabbrani tornano a sollecitare Regione e Governo, ricordando: “la data del 13 aprile è vicina e non sappiano ancora cosa accadrà dopo; Siamo in attesa di capirlo dopo l’incontro di ieri tra il presidente del consiglio Giuseppe Conte e i rappresentanti del Comitato Tecnico. La politica deve ascoltare gli esperti, i tecnici, gli scienziati ma ad un certo punto dovrà tirare le somme e decidere. Al più presto, perché per il rischio zero si potrebbe dover aspettare 12/18 mesi con l’arrivo del vaccino. Non si potrà certo stare in casa e tenere tutto chiuso fino ad allora: oggi ci sono infatti 20 milioni di sussidiati e se questo stallo proseguirà per qualche altro mese c’è il rischio di non rialzarsi più”.
Bellucci e Fabbrani guardano quindi alla cosiddetta fase due: “Dobbiamo imparare a convivere con il virus e trovare una nuova normalità. Ma per riuscirci serve un piano chiaro, linee guida per tutti i cittadini, le imprese, i professionisti, i locali pubblici. Questo deve fare il governo insieme all’ISS e all’OMS”. E tornano a sollecitare: “Le aziende che garantiranno la sicurezza dei dipendenti, i test, la distanza e i dispositivi di protezione devono riaprire il prima possibile. Altri Paesi europei hanno lasciato alcune filiere aperte, in Germania la produzione praticamente non si è mai fermata, rischiamo di perdere quote di mercato non più recuperabili. Dobbiamo garantire la salute dei nostri cittadini, ma dobbiamo impostare una graduale riapertura del mondo del lavoro”.
Una fase delicatissima, in cui saranno vietati ulteriori errori. “Ma siamo pronti? La distribuzione di mascherine a tutta la popolazione sta avvenendo in queste ore, a Rimini arrivano oggi. Dobbiamo organizzare una rete di laboratori pubblici e privati che nei prossimi giorni inizino a fare i test sierologici sulla popolazione: oggi ce ne sono 36 pubblici che fanno test affidabili in 11 regioni, troppo pochi! Il pubblico non regge da solo ma non può lasciare che i privati facciano a loro volta da soli: ci vuole una regia nazionale che raccolga i dati per rilasciare il pass Covid-19, altrimenti si rischia il caos. Questo è quanto abbiamo chiesto via mail nei giorni scorsi al presidente Stefano Bonaccini e questa mattina al commissario nazionale Domenico Arcuri. Il tempo stringe, non facciamoci trovare impreparati alla ripartenza”.