La mozione di sfiducia nei confronti del Presidente, ormai anche personale, ha mandato in crisi la maggioranza che mostra grandi segnali di debolezza.
Infatti sempre più spesso la immediata eseguibilità delle delibere del Consiglio non viene più garantita dalla maggioranza, ma, ben che vada, viene assicurata dai Consiglieri di Forza Italia, quando il Sindaco non viene precettato.
Ugualmente l'assessore Rossi Di Schio è sempre meno presente in Consiglio per le divisioni in Giunta e soprattutto, come é accaduto ieri sera, per non rispondere all'interrogazione di sua competenza formulata dal Capogruppo Lega, Marzio Pecci, relativamente all'ultimo concorso del comune di Rimini che, potrebbe essere viziato da irregolarità già denunciate dal concorrente escluso.
La vicenda ha creato forti malumori nelle componenti PD e Patto Civico e nei Dirigenti che in caso di annullamento del concorso potrebbero essere condannati al risarcimento dei danni dalla Corte dri Conti.
È ormai evidente che il progetto politico “macronista” in salsa riminese (PD Patto Civico) é miseramente fallito.
La mozione di sfiducia nei confronti della Presidente del Consiglio, secondo le richieste del Capogruppo della Lega e di tutti i Capogruppo di minoranza, è stata calendarizzata per il 25 luglio 2019 ed in quella sede il PD e Patto Civico dovranno dimostrare di voler rispettare il regolamento e lo Statuto comunale che il Presidente ha pubblicamente violato come provano i documenti e le riprese televisive.
Nella maggioranza sembrano profilarsi due correnti: una propensa a sostituire il Presidente Donati immediatamente dopo la discussione sulla fiducia del 25 luglio e l'altra a sostituire il Presidente nel prosieguo della consiliatura cioe’ appena passato "il temporale" della sfiducia.
Nel primo caso è evidente che la Presidente è ormai una anatra zoppa e se sarà confermata dalla sola maggioranza (PD e Patto Civico) sarà un Presidente di parte e quindi non potrà garantire la imparzialità richiesta per tale funzione. Se la decisione della maggioranza sarà questa tanto vale abolire la carica lasciando la guida del Consiglio al Sindaco che farebbe così risparmiare, ai cittadini, importanti risorse finanziarie.
Nel secondo caso, invece, continuerà a Presiedere il Consiglio senza alcuna autorevolezza e lei, solo lei, sarà la responsabile dello scontro politico tra maggioranza e minoranza che continuera’ in consiglio fino alla sua sostituzione.
Si vedrà, quindi, nel breve tempo se la maggioranza avrà la volontà di rispettare le regole oppure, ancora una volta, ricorrerà all'arroganza dei numeri per calpestare statuto e regolamento comunale.
Marzio Pecci