Cara Noa,
ti parlerò al presente anche se domenica hai deciso di morire, anteponendo il tuo passato anche al tuo futuro. Ti parlerò al presente perché i tuoi 17 anni luccicano ancora tra l’azzurro dei tuoi occhi in tutte le tue foto; continuano a brillare anche se tu non ci sei e forse è il caso che qualcuno te lo dica. La morte ti ha ingannata. E’ una traditrice “quella”, riesce ad abbellirsi talmente bene a volte che si fa desiderare con quell’aria da salvatrice del mondo. E poi è saccente, ha sempre la soluzione, con la consapevolezza che alla fine in un modo o in un altro la spunta sempre. E poi è sicura di sé, cavolo se è sicura, dentro al suo abito scuro, e ti guarda col ghigno di chi sa sempre quello che è giusto, anche per te. Ma Noa, voleva solo farsi prendere, è una traditrice “quella”. Lo so, è troppo tardi, il passato non si può ripetere e nessuno è riuscito a proteggerti. A farti capire che tu sei più grande di lei, che quel luccichio che ancora tutti vediamo in te lei se lo sogna. Nonostante tu abbia l’età dei brufoli, sei già una donna. Quello stupro a 11 anni nel corso della festa di quella tua amica, e tre anni dopo l’aggressione che hai subito per colpa di due stronzi, dovevano darti il coraggio di sbeffeggiare “la Signora so tutto io”, scalzandola saccente con la forza di chi ha imparato a vivere senza avere il tempo di fare pratica. E poi a te, diciamocelo, con quell’aria candida, quell’abito scuro non ti calza proprio bene. Ti ha ingannato, Noa. Ma noi non molliamo, continueremo a guardarti per cercare quel luccichio, parlandoti al presente. Vigili, perché “quella” è ancora in circolazione. Lasciamola alla larga, “quella”. E magari adesso mi darai ragione.
Stefania Bozzo