Caro tredicenne di Roma,
non ci conosci ma facciamo presto a presentarci. Siamo l’Attività di Educazione alla Memoria del Comune di Rimini. Questa è la nostra carta d’identità: dal 1964 ad oggi, sono più di duemila i ragazzi delle scuole di Rimini che hanno avuto l'opportunità di approfondire la conoscenza storica della deportazione e della Shoah, visitando un campo di concentramento o di sterminio, o un luogo della memoria legato ai crimini commessi dal nazismo e dal fascismo.
Studiare la storia non vuol dire solamente conoscere gli eventi del passato ma offre la possibilità di interrogarci sul nostro presente e soprattutto di interrogarci sulle scelte umane o inumane, di libertà e di responsabilità, che ogni individuo compie nel corso della sua vita.
Rimini è stata la prima città italiana a promuovere e finanziare viaggi studio ai lager nazisti per i giovani, avviando un'iniziativa che si è poi consolidata nel tempo e che dagli anni Novanta ha assunto la forma di un vero e proprio progetto didattico articolato lungo un intero anno scolastico. Oggi, l’Attività di Educazione alla Memoria di Rimini è riconosciuta a livello nazionale e internazionale come un modello e riferimento qualificato per l'insegnamento della Shoah e la trasmissione della memoria alle giovani generazioni. Il senso dell'attività dell'Amministrazione Comunale con questo progetto è molto ben espresso dalle parole di un gruppo di giovani studenti che nel 2011 parteciparono a uno dei nostri viaggi studio all’ex campo di concentramento di Sachsenhausen. ‘Noi oggi non possiamo dunque non sentirci investiti di una responsabilità. La differenza sta nel nostro atto: discriminazione razzismo, indifferenza sono gli ostacoli da sormontare con una maggiore consapevolezza. Anche nell'emozione, nella nostra sensibilità c'è la libertà di fare una scelta’.
Sai che nel 2014 abbiamo ospitato proprio a Rimini una bellissima mostra fotografica dedicata a Anne Frank, un’adolescente come tanti, proprio come te, che studiava, frequentava le amiche e passava il tempo a sognare un mondo all’altezza dei suoi progetti? Anne Frank non è mai diventata la scrittrice che sognava di essere un giorno, perché dopo essere stata rinchiusa per due anni in una soffitta con la sua famiglia, è stata condannata a morte per la colpa di essere nata ebrea.
Sai che durante il nazismo sono stati assassinati oltre un milione di bambini e ragazzi sotto i 14 anni? Oltre agli ebrei, uccisi nella Shoah, tra cui centinaia di italiani giovanissimi, la dittatura di Hitler ha condannato a morte più di 8000 neonati e ragazzini tedeschi nati con malattie genetiche o handicap fisici o mentali, anche molto lievi. Noi abbiamo raccontato molte di queste storie, di ragazzi e ragazze che non avevano neanche avuto il tempo di amare e di vivere e che sono stati assassinati in nome di un’umanità perfetta. Per esempio, la storia di quella di una mamma ebrea che nel processo di Francoforte del 1947 testimoniò sull'eliminazione da parte dei nazisti del figlio tredicenne- la tua stessa età- che dopo essere scappato di casa era stato catturato dalla polizia e internato in un istituto sanitario. Invece della promessa di curarlo per farlo guarire, alla madre fu recapitata dopo poche settimane una lettera ufficiale con la quale le si comunicava la morte del ragazzo. Tra i vestiti che le vennero restituiti la signora ritrovò un bigliettino del figlio che diceva: "Cara mamma! Se ne sono andati e mi hanno lasciato rinchiuso. Cara mamma io non resisto otto giorni qui con questa gente: io me ne vado, io qui non ci resto. Vieni a prendermi. Anche la mia valigia è rotta, è caduta. Cara mamma, fa qualcosa affinché la mia richiesta sia esaudita".
Questo per dirti che ci sono cose che sarebbe importante che tu, noi, tutti sapessimo. E che continuassimo a sapere. Per non dimenticare ma soprattutto perché è dalla conoscenza che nasce la libertà di scegliere che persone vogliamo diventare e che tipo di vita vogliamo avere. Quella libertà di cui parlano anche i tuoi coetanei di Rimini, al rientro dal loro viaggio studio in un campo di concentramento. Ci piacerebbe molto che questa lettera ti facesse venire la voglia di parlare con loro. Incontrare altri ragazzi come te, per scambiarvi idee, opinioni. O magari di salire su uno dei nostri pullman per partecipare nei mesi prossimi a uno dei nostri viaggi studio ai campi di concentramento nazisti. Un posto per te lo troveremmo volentieri, anche stringendoci un po’. Sarebbe bello averti con noi.
PS: Insieme a questa lettera, spediamo anche un’immagine di Anne Frank. Non vestita di una maglietta di una squadra di calcio ma così com’era e com’è per tutti: un’adolescente straordinaria, piena di sogni e speranze. Un’immagine tratta dalla mostra organizzata a Rimini nel 2014, a cura della Fondazione Anne Frank.
Laura Fontana Coordinatrice del progetto Educazione alla memoria del Comune di Rimini