Il Consiglio Comunale di San Clemente con le dichiarazioni del Sindaco Cecchini ha appalesato chiaramente come la laicità di uno Stato venga valutata a proprio uso e consumo, e sta proprio in ciò la gravità delle affermazioni laddove lo stesso sindaco afferma che “la sfera politica debba essere neutrale di fronte ad eventuali conflitti fra valori religiosi e che neutrale debba rimanere nel tempo”, ed ancora: “il concetto di laicità implica non indifferenza nei confronti delle religioni ma garanzia dello Stato a salvaguardia in regime di pluralismo confessionale e culturale”…per continuare: “…esporre simboli religiosi negli edifici istituzionali pone un tema di non coerenza con i principi costituzionali”. A questo punto due riflessioni-quesiti:
La “laicità” di quale cultura è figlia? Se “la Sindaca” invoca tale “laicità”, quale Cultura glielo ha permesso e glielo permette?
Ed è proprio su questa “laicità” che occorre fare oltremodo chiarezza in primis dal punto di vista politico. E' indubbio che la COSTITUZIONE recita: Articolo 7 - "Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi…”, ed ancora Articolo 8 - "Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla Cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze".
In sintesi: lo Stato italiano è laico e permette alle religioni presenti sul territorio nazionale di organizzarsi purchè non contrastanti con la legislazione italiana e considerando sempre quelli che sono i Patti Lateranensi accordi fra Stato italiano e Chiesa cattolica. In relazione a ciò è corretto sottolineare come i rappresentanti dell'Islam (che risulta essere una delle religioni maggiormente rappresentate nel nostro Paese con il 3.1% posizionato dopo il Cattolicesimo con il 66,7%) non abbiano redatto nessun tipo di accordi fra le parti inseriti nella Costituzione.
Perchè dico ciò? Perchè è evidente che i conflitti per la presenza del crocifisso o di altri simboli cristiani, nascono proprio da una visione totalmente agli antipodi fra il Cattolicesimo e l’Islam. Inoltre con onestà intellettuale dobbiamo fermamente affermare che questa disputa culturale-religiosa è nata e si ripresenta in maniera recidiva sempre e solo da parte di coloro che affermano ideologicamente una laicità dello Stato.
Alcune tradizioni facenti parte della nostra Cultura occidentale giudaico-cristiana, vengono manifestate in risposta alle scelte culturali di una “maggioranza” confessionale (Democrazia!) di aderenti alla religione cattolica. Una ulteriore specificazione al riguardo: la presenza di immigrati sul nostro territorio, e quindi la convivenza degli stessi deve avvenire nel rispetto della legislazione vigente del nostro Paese, ed altresì nel rispetto delle tradizioni ed abitudini del Popolo Italiano laddove lo stesso risulta essere senza nessuna possibilità di essere smentiti il soggetto ospitante. .
Mi preme esporre quello che è l’aspetto Umano-Identitario- Culturale-Religioso del conflitto fra coloro che negano la presenza di simboli cristiani nei luoghi istituzionali (e quindi anche nelle scuole) in nome di questa tanto osannata “laicità” e coloro che viceversa vorrebbero mantenerli in quanto facenti assolutamente parte della propria Identità di Popolo e di Paese. Dietro questa “laicità” vi è un chiaro disegno politico: la cancellazione delle Identità e della Sovranità dei Paesi attuata da coloro che fanno dell’egalitarismo e del buonismo la loro ragion d’essere. Eufemisticamente curioso e singolare risulta essere, su tale aspetto culturale nonché di regole civili, la convergenza di pensiero tra un’ideologia di sinistra ormai in fase morente nella sua originalità e quello dell’oligarchia finanziaria che governa l’Europa espressa già da tempo, ed interpretata nei fatti con il rifiuto del riconoscere le inoppugnabili radici giudaiche-cristiane dell’Europa stessa. Il fare presente, anche con manifestazioni e simboli, la propria origine da cui discendono la nostra Libertà, la nostra Laicità, il Rispetto della Dignità della Persona a prescindere dalla propria confessione religiosa risulta essere proprio ciò garanzia assoluta della bontà e della veridicità del nostro agire libero, per noi stessi e per gli altri.
Non possiamo derogare dal nostro essere Italiani, Cattolici, Occidentali, non possiamo derogare dalla nostra Legislazione, la nostra Democrazia in nome di una integrazione ipocrita e non praticabile. L'integrazione non può essere attuata proprio perchè qualsiasi Civiltà non può e non deve essere svilita della sua Identità. Uno Stato che cede la propria Identità a favore di una pseudo - integrazione verso culture totalmente diverse rispetto alla propria risulta essere uno Stato impoverito della sua essenza laddove un'integrazione reale non esiste e viceversa crea una sudditanza da parte di una o l'altra cultura. Coloro che auspicano un'integrazione fra culture e religioni totalmente diverse sono spinti verso questa visione utopistica da una mente intellettualmente disonesta laddove un buonismo ipocrita e di facciata prende il sopravvento. Ogni politica di pluralismo e di accoglienza non può essere fondata sulla rinuncia dei propri simboli, della propria Identità e delle proprie Origini, ergo il crocifisso così come il presepe, sono elementi basilari della nostra Cultura Giudaico-Cristiana assolutamente da difendere.
Sono italiana, cattolica, orgogliosa di esserlo ed il mio essere tale è frutto di un percorso millenario e il mio dna è il dna di un Popolo. Sono pervicacemente convinta che proprio per questo orgoglio del mio essere italiana e cattolica, debba difendere la mia Identità a tutto tondo, senza se senza ma, da tutti gli attacchi che ogni giorno viviamo e nostro malgrado subiamo.
Marina Mascioni
Coordinatore Movimento Nazionale