"Crediamo che San Patrignano sia una realtà eccezionale per l’accoglienza che ha dato a tantissimi giovani segnati e dipendenti dall’assunzione di sostanze stupefacenti, una delle più pesanti piaghe della società purtroppo in continua ascesa. A San Patrignano hanno trovato rifugio e aiuto migliaia di ragazzi che hanno potuto recuperare in questo centro la propria vita e la propria dignità. Crediamo che questo sia un dato positivo e di successo che non ha pari in Italia e che dovrebbe rappresentare per tutti un vanto e uno stimolo a fare di più e meglio nella lotta contro ogni dipendenza da sostanze stupefacenti. Ci associamo quindi alle perplessità emerse sulla docu-serie Netflix incentrata sulla storia di San Patrignano che racconterebbe una realtà, a parere della Comunità riminese, ‘parziale e sommaria’. A volte ritornano: parliamo di quegli atteggiamenti negativi e pretestuosamente accusatori nei confronti di San Patrignano che è stata in passato al centro delle critiche di un variegato mondo in cui era preponderante quella cultura politica vessillifera dell’antiproibizionismo come improbabile soluzione alla piaga della droga. Oggi, dopo decenni, si torna daccapo. Per quali motivi? Non vorremmo che lo scenario fosse quello che ha come obiettivo la liberalizzazione e la legalizzazione delle droghe, che non solo ne farebbero aumentare l’uso, ma non scoraggerebbero neppure le attività criminali collegate".
Jacopo Morrone