"Le dichiarazioni della Soprintendenza di Ravenna sull’Anfiteatro romano riminese lasciano basite tutte le persone per bene. Si ha la sensazione che questi Enti siano ormai diventati come il jukebox e cioè che cantano la canzone che uno vuole ascoltare. Forse è davvero arrivato il momento di abolirli perché sono diventati davvero inutili. Le funzioni potranno essere assegnate alle Regioni che sicuramente non faranno peggio delle attuali Soprintendenze. E’ di grande attualità la sburocratizzazione del Paese e partire dall’abolizione delle Soprintendenze sarebbe già un primo passo. Da un po’ di anni il loro arbitrio dilaga e sempre più spesso costituiscono un appesantimento burocratico per il rinnovamento del Paese. Un esempio in Emilia Romagna: il veto per l’installazione delle vasche-piscina in spiaggia.
Il caso dell’Anfiteatro riminese è veramente scandaloso e merita di essere segnalato al Ministero dei Beni Culturali se è vero, come è vero, che nel documento pubblicato oggi dalla stampa a firma del funzionario archeologo dott. Anna Bondini col visto del Soprintendente arch. Giorgio Cozzolino, del 22 marzo 2017, si legge: “Pare opportuno rilevare, infatti, che l’eliminazione delle costruzioni poste all’interno dell’area dell’anfiteatro consentirebbe certamente il ripristino delle condizioni prescritte dal decreto del 1914 ma questo non corrisponderebbe di per sé ad un miglioramento della tutela del monumento, e ancora meno ciò potrebbe essere sufficiente ad assicurarne la valorizzazione”.
Sapere che queste parole provengono da un funzionario archeologo, condivise dal Soprintendente, è come ascoltare una bestemmia in chiesa. In questi casi la politica deve essere ferma e riguadagnare la propria funzione ed autorevolezza per la buona amministrazione della “cosa” pubblica.
La Lega, a Rimini, ha promesso ai cittadini di voler recuperare l’Anfiteatro con lo spostamento del CEIS perché l’anfiteatro romano è funzionale al completamento del recupero del patrimonio storico culturale riminese indispensabile per vendere, sul mercato turistico mondiale, il turismo culturale e far diventare Rimini porta di ingresso di questo importante settore turistico. Noi crediamo nell’interesse della città al recupero del bene ed all’importanza storica del bene stesso per cui non ci arrenderemo ed insisteremo per realizzare questo progetto perché è la città che lo vuole".
Marzio Pecci Lega Rimini