IL COORDINAMENTO Regionale ENERGIE PER L'ITALIA, consegna alle parti politiche della Regione Emilia Romagna una riflessione sul progetto PIATTAFORMA FUTURO che ha preso vita nel Lazio, con esponenti di Forza Italia, con Energie Per L'Italia e Noi Con L'Italia e tante civiche locali. In area PD desta più di una perplessità la proposta della vicepresidente della Regione Emilia Romagna, Elisabetta Gualmini, prontamente accolta dal segretario Paolo Calvano, di passare da partito nazionale a partito regionale nella speranza di resistere rinchiudendosi in una delle (ex)roccaforti rosse.
Anche il centrodestra è chiamato ad una riflessione. La proposta Gualmini è il sintomo evidente della debolezza della politica e della sua classe dirigente. Se si imbocca la strada della decrescita felice (tanto di moda) ci si infila in un vicolo cieco: dopo il partito regionale cosa faranno? Passeranno a quello comunale e infine, perché no, a quello di condominio? Con una ritirata illusoriamente strategica, a salvarsi sarà tutt’al più qualche carriera, non certo il loro partito né tantomeno il Paese. Lasciamo il PD al suo destino oramai segnato dai tanti troppi errori, osservando che coloro che vogliono fare politica, quella buona, quella sui contenuti e non ideologica, le persone che credono a dei valori, non compiono ritirate strategiche e non si arrendono, non ammainano la bandiera sotto i colpi dell’antipolitica.
Certo, anche l’area liberale, popolare, moderata del centrodestra non se la passa meglio: consenso che appare dimezzato, stando ai sondaggi, frantumazione in mille rivoli; si faticano ad intravedere nuove proposte o progetti di ampie vedute. Oggi le persone che hanno fatto politica vera, in ambito nazionale ma ancor più nei nostri territori, specialmente dando vita a liste civiche perché delusi dalle logiche partitiche, credendoci e portando anche sviluppo e progresso, nei vari ambiti sia collocandosi in area centrodestra che in area centrosinistra, pur nella loro diversità sono chiamate ad una pari responsabilità di non lasciare il destino del Paese nelle mani dell’antipolitica, di chi rifiuta la democrazia rappresentativa, invoca il superamento del Parlamento e propone l’estrazione a sorte dei parlamentari, di chi non crede nelle infrastrutture e nello sviluppo delle imprese e territorio, ma gioca al ribasso. Per riuscirci, e al contempo uscire dal baratro in cui si sta lentamente ma inesorabilmente sprofondando, occorre superare una visione di breve periodo; uscire dalle rispettive trincee, smetterla con il livore dei perdenti, cioè con il fastidioso refrain di attaccare chi governa per ogni scandaletto, vero o presunto, o inchiesta giudiziaria accusandolo di essere come gli altri, perché così si fa il gioco dell’antipolitica; piantarla con la quotidiana evocazione del pericolo razzista o fascista, coltivare un maggior rispetto fra le parti, fra governo e opposizione e fra le opposizioni stesse, cercare di creare spazi per confronti costruttivi e per l’elaborazione di progetti razionali, basati sulle idee e non sulla sistematica denigrazione reciproca.
Se non vuole lasciare che sia l’antipolitica con le sue fumose retoriche, i suoi interventi di facciata (il lavoro stabile non si crea per legge, come pretenderebbe il decreto Dignità), le sue ossessioni “antitutto” (antivaccini, antiTAP, antiTAV, antiecc.) a gestire il Paese, conducendolo sulla china di un pericoloso declino, in particolare le persone che credono nel Centrodestra non sovranista popolare, liberale non antieuropeista, devono darsi una scossa, devono ritrovare la fiducia in una soluzione che viaggia nell’alveo dei fondamenti della tradizione liberale, popolare e riformista che ha fatto grande il nostro Paese e che oggi si è persa per strada, puntando con forza sui valori della democrazia delegata, della persona e della famiglia, in quelli europei e cristiani, da rigenerare con idee e persone nuove.
L’iniziativa Piattaforma futuro, avviata nella regione Lazio, va nella direzione giusta: far convergere il lavoro degli amministratori dei Comuni della Regione, con l’obiettivo di dare risposte vere a tutti quei cittadini, imprese, associazioni di categoria, sindacati che chiedono con forza un cambio di passo da parte della politica. Unire, e non dividere. Avanzare e non arretrare chiudendosi in difesa.
Adele Ceccarelli e Giuseppe Pellacani, Coordinatori di Energie per l’Italia Emilia Romagna