Dopo una lunga pausa imposta dall’ emergenza Covid è stato riaperto al pubblico il 9 febbraio il Refettorio di Santa Maria delle Grazie, noto per il dipinto del Cenacolo realizzato da Leonardo da Vinci tra il 1495 e il 1498. E finalmente si potrà tornare ad ammirare quel che resta dell’ opera del genio toscano. Sì, perché quello che vediamo oggi è l’ombra dell’ Ultima Cena, la crosta, quello che rimane di un dipinto realizzato su muro “a secco” e non “a fresco”, concettualmente inarrivabile ma tecnicamente scadente. È rimasta la fotocopia sbiadita di quello che c’ era. Praticamente il Cenacolo è come il governo Draghi appena destituito, l’ ombra di quello che c’ era prima. Con l’ ex novo Presidente del Consiglio al centro, come Cristo, solo, ed ai lati i suoi "discepoli ministri" divisi per gruppi eterogenei. Come nella rappresentazione di Leonardo c’ è di tutto, tutti i vari moti psicologici, tutte le diversità possibili, alcuni sono più vicini al Maestro, altri più distanziati. Chi lo sa, magari qualcuno lo tradirà. Così come nel Gesù leonardasco, anche Draghi ha le sembianze più maestose, visto che è lui il prescelto, quello che è stato glorificato. Certo che vicino a Brunetta sembriamo tutti il Messia. E poi alla destra del Padre siede la figura più tranquilla di tutta l’opera, il San Giovanni Evangelista, nonostante sia vittima di uno stressante San Pietro. Ecco quello potrebbe essere Di Maio. Lui sì, è seduto a tavola, tranquillo e beato. Come popolo italiano ci aspettiamo da questa tavolata il pane della Risurrezione. Augurandoci che anche il Cenacolo di Draghi non sia una crosta.
Stefania Bozzo
Opinioni
11:06 | 12/11/2024 - Rimini