La “cancel culture” dell’Amministrazione Comunale contro la ricollocazione della statua di Giulio Cesare dov’era e com’era. Con la chiusura il 17 Settembre 2019 della Caserma Giulio Cesare è avvenuta la riconsegna ufficiale della statua bronzea di Giulio Cesare, il 14 Maggio 2021, dalle Autorità Militari al Comune di Rimini.
La statua di Giulio Cesare, copia dell’originale conservata a Roma in Campidoglio, realizzata nel 1933 dalla Fonderia Laganà, con un peso di 10 quintali, è stata poi trasportata l’11 luglio 2023, dall’ex Caserma di via Flaminia, a Parma, da una ditta specializzata, alla quale è stato affidato il restauro.
Alla mia interrogazione consigliare, è stato risposto che il restauro richiederà tempi lunghi, non sappiamo quando tornerà a Rimini, quale sarà il suo destino, la sua collocazione, dopo tante peripezie, che sembrano non aver fine.
La statua ha la “colpa” di essere stata donata dal Capo del Governo,Benito Mussolini, alla città di Rimini e inaugurata il 10 Settembre 1933, sotto la Torre dell’Orologio, in Piazza Giulio Cesare, dove rimase fino al 20 Giugno 1945, quando fu rimossa e trasportata dai Vigili del Fuoco in un capannone di via Dario Campana e poi nascosta, sepolta nel greto del fiume Marecchia.
Nel 1953, fu ritrovata, “riesumata” e concessa, in modo “liberatorio”, dal Sindaco Ceccaroni al Reggimento Artiglieria di Rimini, quindi installata all’ingresso della Caserma.
La statua era stata originariamente installata al centro di Piazza Giulio Cesare, proprio per rievocare l’eccezionale fatto storico qui avvenuto, nel 49 a.C. : nell’allora Foro Romano, Giulio Cesare, tenne il discorso ai legionari, dopo aver varcato il fiume Rubicone e pronunciò la celebre frase, nota in tutto il mondo: “alea iacta est-il dado è tratto” (motto sul Gonfalone di Rimini), per poi marciare alla conquista di Roma e fondare l’Impero Romano.
Una pagina importante ed unica della Storia di Rimini che non è mai stata valorizzata dalle Amministrazioni Comunali nel dopoguerra.
Per questo chiediamo che la Statua di Giulio Cesare, dopo essere stata sepolta nel fango per 8 anni e rinchiusa nella Caserma per 70 anni, venga ricollocata nella piazza originaria, dov’era com’era, per potere essere vista dai cittadini e turisti.
E’ inconcepibile che la statua di Giulio Cesare, continui ad essere “perseguitata”, solo per motivazioni ideologiche, legittimando addirittura quella “cancel culture”, che persegue gli imbrattamenti e la rimozione delle statue storiche.
A seguito della richiesta di cittadini e associazioni, in controtendenzacon le altre Amministrazioni, il Sindaco Chicchi, il 27/2/1996, deliberò di collocare in Piazza Tre Martiri, di fronte all’UniCredit, una copia della statua di Giulio Cesare concessa alla Caserma, realizzata grazie al Rotary Club di Rimini e alla Cassa Rurale di San Gaudenzo, che sostennero le spese della Fonderia.
L’Amministrazione Comunale, nonostante le nostre ripetute sollecitazioni, recepite nel 2018 dall’ex Assessore Massimo Pulini, non ha neppure provveduto al restauro del basamento di bronzo di questa statua che evidenzia da anni le lamiere “staccate“, rattoppate dai cittadini con lo “scotch” e al restauro del piedistallo marmoreo con le scritte incise illeggibili.
Nonostante le nostre proposte, l’Amministrazione non ha neppure ipotizzato una sistemazione della statua in una posizione diversa della piazza, compatibile con la sua opportuna valorizzazione, funzionale al richiamo turistico, rispetto all’attuale, con lo sfondo di un bancomat, assediata da biciclette parcheggiate.
Dopo 80 anni, continua la “via Crucis” della Statua di Giulio Cesare, a cui l’Amministrazione Comunale nega la ricollocazione nella Piazza, dov’era e com’era. La Statua di Giulio Cesare, come la mancata “riscoperta” dell’Anfiteatro Romano, sono espressione della chiusura politica, discriminante e ideologica, adottata dalle Amministrazioni Comunali di Rimini, che non valorizzano le radici e la nostra storia millenaria…poi ci si domanda perché Rimini non è stata scelta quale capitale della cultura!?
Gioenzo Renzi
Capogruppo Consigliare di Fratelli d’Italia