Il problema è che a Rimini mancano gli uomini e le donne. Politicamente la nostra città è finita come il calcio. Non ha il genius loci, il personaggio, il soggetto, l’animale capace di interpretare al meglio la Riminesità. D’altra parte non possiamo avere tutto; il Signore ci ha dato tanto e quando l’estate arriva bisogna fare la stagione, sempre più corta, sempre più difficile. E allora i “politici” o presunti tali arrivano da fuori. Noi siamo terra di conquista e i cavalieri sguazzano nel mare di Sigismondo. Ognuno ha la classe politica che si merita. Ma i protagonisti sono sempre loro. Finiti i grandi partiti, le ideologie, i leader è tempo di saltimbanchi che partono da sinistra (sic!) per arrivare a destra (sic!) e correre al centro che non c’è più. Ci si accontenta di grandi promesse, di ricerche fittizie di civici che nessuno vuole perché rompono le palle e il sistema. Il giochino è loro e Paesani va tenuto al guinzaglio perché rischia di vincere senza neppure scendere in campo. Cosa c’entra la siccità? E’ 40 anni che la meno sulle cave del Marecchia proponendo soluzioni ma noi abbiamo fenomeni che di Rimini e dintorni non gliene frega un fico secco, e i cocali ancora ci credono.
Rurali sempre
Enrico Santini