"Ho messo in fila i dati demografici Istat dei Comuni della provincia di Rimini, dall’anno dell’Unità d’Italia ad oggi (in realtà al 31 dicembre 2019). Io credo che i numeri, ancorché da interpretare visto che in oltre un secolo e mezzo diversi di questi Enti sono stati oggetto di cambiamenti istituzionali, mettano in rilievo fenomeni interessanti anche per la fase che stiamo vivendo oggi.
Infatti, si evidenzia il crollo dei residenti in quella che sono le “periferie” della provincia, ovvero le fasce più montane. Soprattutto in Valmarecchia e in parte in alta Valconca il calo degli abitanti è evidentissimo. La fascia invece immediatamente a ridosso della linea costiera, anche negli ultimi 20 anni, ha registrato un incremento sensibile delle residenze.
Ci sono naturalmente dietro a questi numeri fenomeni più generali, storici, sociali, perfino economici (il costo degli affitti giusto per fare un esempio), ma è chiaro che il tema di frenare lo spopolamento di parti del nostro territorio sia strategico dopo la pandemia. Un argomento centrale.
Invertire la metropolizzazione – dei residenti, dei servizi, dei punti di attrazione – vale anche per il territorio provinciale e non solo per l’ambito amministrativo del Comune capoluogo. Il tema dei servizi e la loro diffusione capillare diventa la chiave di tutto.
La sanità deve tornare ad essere territoriale. Gli enti locali devono evitare la centralizzazione dei servizi e delle iniziative. La mobilità deve tornare nei luoghi che adesso frequenta meno a causa della diseconomicità delle percorrenze. Tornare a investire in ogni angolo del territorio è appunto un investimento e non una spesa. Vale per la sanità, per i servizi comunali, per la scuola, per il trasporto pubblico. Il mercato immobiliare registra già spostamenti delle residenze verso la prima fascia collinare. Torniamo ad arricchire ogni zona del territorio di servizi e opportunità per viverci. E non andare solo a fare la scampagnata della domenica".
Jamil Sadegholvaad