“Facciamo presto! Facciamo prima che il mondo della nightlife scompaia definitivamente. In un territorio come il nostro dove l’intrattenimento è un fiore all’occhiello, dove i locali sono capaci di fare tendenza e sono parte dell’appeal turistico, il rischio è che si debba scrivere presto la parola fine di questo comparto e dell’indotto che genera. I locali per il 90% sono chiusi da febbraio, fatta salvo la piccola parte che ha avuto la possibilità di lavorare all’aperto per qualche settimana, prima del nuovo divieto all’attività di ballo e la verità è che siamo arrivati al capolinea. Anche perché i costi e le spese, al contrario, continuano ad essere più che mai attivi. A cominciare degli affitti, per i quali nessuno è riuscito a trovare un accordo con i proprietari degli immobili per farsi abbassare il canone di questo lungo periodo di chiusura. Davvero un pessimo segnale dal territorio, anche alla luce delle ultime sentenze, in particolare quella del Tribunale di Roma che ha stabilito del tutto legittima la richiesta di un ristoratore di vedere abbassato l’affitto per il proprio locale, proprio in virtù dell’evidente stravolgimento del contesto economico. Una sentenza che va dunque nella direzione da noi auspicata, denunciando da mesi la necessità di ridefinire gli accordi sui canoni di locazione affinché possano essere sostenibili visti i cali di fatturato dei pubblici esercizi. A maggior ragione per i locali di intrattenimento che hanno il fatturato a zero perché chiusi.
Un’altra tegola sulla testa dei nostri imprenditori è la Tari, che continua ad arrivare nonostante la produzione di rifiuti non esista. So che la problematica è attenzionata dalle nostre amministrazioni locali, ma non si è ancora trovata una soluzione, mentre le scadenze continuano a susseguirsi. Insieme alla tassa sui rifiuti c’è quella per le insegne, che unita agli altri balzelli arrivano per un’impresa dell’intrattenimento a cifre dai 10.000 ai 40.000 euro al mese. Non sono cifre sostenibili rimanendo chiusi.
Per questo, a pochi giorni dalla firma del SILB sul Protocollo d’intesa con il prefetto della provincia di Rimini, dottor Forlenza, con cui ci impegniamo alla massima attenzione sulle possibili eventuali infiltrazioni criminali nelle aziende, rischiamo di diventare terreno ogni giorno più fertile a causa di una crisi da cui non si intravede l’uscita. Anche per evitare di creare occasioni di questo tipo, serve intervenire subito, altrimenti molti locali del territorio non riapriranno e per limitare le perdite cesseranno l’attività. Chiediamo dunque a tutte le istituzioni, a cominciare dalla Regione Emilia Romagna, di dare seguito alle promesse fatte in termini di sostegno economico alle imprese e in particolare al presidente Stefano Bonaccini, anche nel ruolo di presidente della Conferenza delle Regioni, che solleciti il governo ad una maggiore attenzione sul comparto. Per le nostre imprese il sostegno, unito ad un accesso al credito con una formula mirata per le peculiarità del settore, potrebbero essere le uniche chance per resistere e traghettarci fuori da questa crisi”.
Gianni Indino presidente SILB Emilia Romagna