"Sulle concessioni balneari il dibattito è quanto mai attuale.
C’è chi, come Rimini, ha deciso di anticipare il governo nazionale avviando le procedure per le aste pubbliche in modo per noi sbagliato perché equipara chi lavora a chi specula. E ci sono molte famiglie e molti lavoratori del settore balneare a Riccione in attesa di sviluppi e di risposte.
Per noi di Azione resta fermo il concetto che, chi di questa concessione ne ha fatto il lavoro della vita e che vi ha concentrato le proprie risorse economiche, deve essere indenne dalle gare che l’Europa ci chiede.
Noi crediamo che nell’impianto normativo si debba necessariamente prevedere, così come suggerito dall’allora Ministro allo Sviluppo economico e nostro Segretario nazionale Carlo Calenda, una clausola sociale che preveda una deroga a coloro i quali quella licenza la utilizzano come fonte di sostentamento famigliare, essendo la loro attività principale quindi lavorativa. Coloro che invece utilizzano la concessione balneare come una occasione di business, una speculazione finanziaria e non una occupazione principale, dovranno essere soggetti alle aste. Quindi, fermo restando che si debba prevedere ad ogni modo una rivisitazione dei canoni, auspichiamo che si metta presto fine a questa atavica vicenda anche per evitare ai nostri imprenditori questa situazione di precarietà.
Pertanto invitiamo la Giunta di Riccione a non seguire l’esempio di Rimini ma a favorire la proposta del nostro segretario nazionale per poter permettere ai nostri operatori balneari di programmare investimenti che gioverebbero senz’altro al nostro territorio in particolare in termini economico-occupazionali e di rilancio del settore turistico".
Riccione in Azione