In Italia potrebbero evitare 3.000 morti l’anno. Sono i nuovi super antibiotici. Riducono la mortalità causata da infezioni resistenti dal 50-55% al 10-15%. Sono i dati su studi clinici in fase tre presentati ad un recente convegno sull’antibiotico resistenza. I batteri che resistono agli antibiotici uccidono infatti ogni anno 700.000 persone al mondo, 33.000 in Europa e 10.000 in Italia. Numeri destinati ad aumentare ma che utilizzando al meglio e più precocemente gli antibiotici più innovativi potrebbero appunto ridursi di un terzo. Alcune delle ricerche condotte hanno coinvolto circa un migliaio di persone con Klebsiella Pneumoniae resistente ai carbapenemi e i nuovi antibiotici testati hanno avuto effetti positivi. Queste nuove molecole agiscono inattivando il “veleno” prodotto dai batteri per “uccidere” l’antibiotico (ovvero inibiscono gli enzimi betalattamasi). E non sono le uniche nuove terapie oggi disponibili ma, denunciano gli esperti, fanno fatica ad arrivare ai pazienti. Alcune di queste sono già state approvate dalla Food and Drug Amnistration (Fda) e dall’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema) ma trovano un ostacolo all’utilizzo nella pratica clinica per un insieme di ragioni anche economiche. C’è poi un problema di scarsa ricerca. Sono infatti soltanto 12 nel mondo le nuove molecole in fase avanzata di sviluppo in antibiotico terapia a fronte delle oltre 700 in oncologia. I progressi in oncologia e chirurgia sono in grado di salvare molte vite che rischiamo di perdere a causa di infezioni ospedaliere da germi resistenti.
dott. Alessandro Bovicelli