"Non si può negare che nelle grandi occasioni fieristiche il nostro sistema viario sia messo alla prova, ma c’è da dubitare che la soluzione sia fare un’altra colata di asfalto e cemento. Costruire un casello (a 2 km di distanza da Rimini Nord) per alleggerire un po’ il traffico della statale qualche giorno l’anno significa che per gli altri 340 giorni rimane una cattedrale nel deserto a consumare territorio e risorse. Senza contare che una volta uscito dall’autostrada il traffico si riverserebbe comunque sulla viabilità ordinaria, col rischio nei giorni di fiera di isolare frazioni a monte. Non si può pensare che la maggior parte della gente venga a Rimini in occasione delle fiere per farsi un viaggio in autostrada, uscire al casello, andare in fiera e poi riprendere l’autostrada da lì. Il carico sulle infrastrutture viarie è diffuso perché le persone vogliono andare a cena in un bel posto, dormono in albergo, si fanno mezza giornata al mare e poi ripartono.
Come Rimini Coraggiosa pensiamo che su questo si giochi anche l’idea che abbiamo di noi stessi: vogliamo una fiera “mordi e fuggi” buona perché c’è il casello comodo, oppure perché possiamo offrire un’intera città piena di esperienze, di emozioni e di occasioni che si collegano alle iniziative fieristiche? È proprio su questo secondo tipo di frequentazione che dobbiamo scommettere come sistema-città. Per la fiera ci sono linee di autobus e una fermata del treno, è prevista l’estensione del TRC, cioè trasporti che favoriscono l’uso dei mezzi pubblici (che comunque andranno potenziati e ripensati) meno inquinanti e meno invadenti come succede nelle maggiori capitali. Come Rimini Coraggiosa riteniamo che questo debba essere la prospettiva di futuro smart e multimodale, ecologicamente sostenibile e tecnologicamente consapevole su cui investire primariamente se vogliamo ambire alle qualità di una capitale moderna ed europea".
Marco Tonti, capolista di Rimini Coraggiosa