“Ci sono persone che stanno soffrendo, che stanno morendo. Interi ecosistemi stanno collassando. Siamo all’inizio di una estinzione di massa e l’unica cosa che voi siete in grado di fare è parlare di soldi e delle favole dell’eterna crescita economica. Come osate?” Questa una parte del discorso dell’attivista svedese Greta Thumberg al Summit sul clima dell’Onu. Quel “Come osate?” riempie le parole vuote dei potenti della Terra, perché le parole di questa coraggiosa sedicenne sono vere e pesano. Ed è veramente troppo comodo spostare l’attenzione concentrandosi sul quell’aurea da prodotto di marketing che gli hanno bollato addosso, per svuotare l’eco del peso di quella realtà che lei scandisce con passione e trasparenza. Il punto è questo, ed è drammatico. E riguarda le risposte a queste semplici domande. Che futuro avranno i nostri figli e i nostri nipoti? In che Terra vivranno? Che aria respireranno? Riusciranno i Paesi più poveri del mondo a sopravvivere ad una crisi ambientale globale segnata da certi dati scientifici? Che destino avranno gli animali che popolano il nostro Pianeta? Continua Greta: “Non voglio credere che voi abbiate veramente capito e tuttavia continuiate a non fare nulla. Non lo voglio credere perché in questo caso voi sareste delle persone cattive”. Edegoisti, aggiungo. E’ sempre una questione di scelte. E’ l’interesse economico il fulcro su cui ruota l’intero sistema, e questo è banalmente chiaro anche ad un sedicenne, ma rimane il fulcro anche a discapito della vita stessa? Ma banalmente la scelta non dovrebbe essere la vita? Si chiama sopravvivenza, che non può essere sempre leggera per pochi e pesante per molti, o addirittura impossibile. E se non è così non puoi adeguarti, puoi solo urlare a squarciagola, più forte che puoi, lottando per riempire il peso di parole vuote. “Ora e qui noi tiriamo una linea. Il mondo si sta svegliando e il cambiamento sta
arrivando, che vi piaccia oppure no!” (Greta Thumberg, 23 settembre 2019, Onu).
Stefania Bozzo