Che Dio benedica Bansky. L’ultima sua fatica si intitola “God blessing Birmingham” ed è a tutti gli effetti una installazione; la street art è affidata alle renne mentre il senzatetto completa l’opera umanizzando Babbo Natale. E’ apparsa a Birmingham, su un muro di mattoni rossi in Vyse Street, e prontamente ripresa dall’artista. Nei 20 minuti del filmato Ryan è riuscito a scaldarsi grazie ad una bollente bevanda e a due barrette di cioccolato, senza aver chiesto nulla. D’altronde Babbo Natale è l’omone buono che dona, e Ryan
si è donato all’arte. E noi, grazie al fiuto di Bansky, non possiamo far altro che ricevere il suo prezioso regalo, quello di darci occhi nuovi. Forse abbandonerà presto la sua slitta con i suoi sacchi colmi, ma ha comunque concesso di palesarsi per farci vedere che esiste. E’ spesso tra noi, in ogni luogo, ma noi non lo vediamo; lo cerchiamo a Natale quando ci dicono che dobbiamo essere più buoni. In effetti lui però non ci dice niente, se ne sta lì, vicino alle renne, ad aspettare. Il silenzio di Babbo Natale svuota i nostri chiacchericci. L’immagine di Babbo Natale disteso in compagnia delle stelle svuota le nostre compagnie. Ma riempie i nostri occhi, dandoci la consapevolezza che anche senza barba possiamo donare. Che i ruoli possono essere interscambiabili, chi dà può ricevere e viceversa. Nei modi più impensabili, anche riempendo i nostri chiacchericci nel silenzio di un’immagine che ha tutta l’intenzione di scaldarci. Perché Ryan ci ha scaldato, più di quanto siamo riusciti a fare noi con lui. E ora non ci resta che realizzare che anche noi possiamo infilarci un ampio vestito rosso e smetterla di stare lì, vicino alle nostre vuote compagnie, ad aspettare. Babbo Natale quest’anno vuole donarci occhi nuovi. Che Dio benedica Bansky,
che ce l’ha fatto vedere.
Stefania Bozzo