“Non è accettabile da parte di una figura super partes eletta all’unanimità da tutto il Consiglio comunale, l’entrata nella bagarre politica a sostegno dell’uno o dell’altro candidato del PD” tuonano i maggiorenti riminesi di Fratelli d’Italia alla notizia dell’adesione di Sara Donati (nella foto, ndr), presidente del Consilgio comunale, alla lettera che numerose donne hanno scritto e sottoscritto in favore della candidatura di Emma Petitti (attualmente presidente dell’assemblea regionale) a sindaco di Rimini. Con voce roboante che il tono della dichiarazione lascia trasparire, i rappresentanti dell’opposizione chiedono le immediate dimissioni di Donati. Ma lo stile e il tono delle loro dichiarazioni non valgono a dare legittimità alla loro richiesta di dimissioni e a giustificare la loro critica a Sara Donati per aver detto per chi si schiererà alle prossime elezioni comunale. Gli amici di Fratelli d’Italia dovrebbero sapere che la funzione del Consiglio comunale è politica non giurisdizionale e che la Pesidente del Consiglio comunale non è una giudice dalla quale si dovrebbe pretendere di essere super partes. Il Consiglio è un organismo politico e decisionale, limitatamente alle funzioni amministrative del Comune, ovvero è squisitamente politico dall’inizio alla fine. Il fatto poi che la sua Presidente sia stata eletta da tutti i consiglieri, ovvero all’unanimità, non la rende un attore neutro, senza giudizio politico personale, o appunto super partes come un giudice. La funzione del Presidente del Consiglio comunale è di dirigere imparzialmente e ordinatamente i lavori del Consiglio, ma non di dismettere i panni politici ed essere senza più parti di riferimento. Se così fosse, un presidente varrebbe un altro. Se così fosse, che senso avrebbe sceglere il Presidente del Consiglio comunale tra un gruppo politico invece che un altro? Ma il Presidente non è indifferente alle parti. Sara Donati non ha restituito la tessera del PD una volta che è stata eletta Presidente del Consigilio e non ha abdicato al giudizio politico, pro e contro. Se poi questa spiegazione non convince, allora si ponga mente alla ragione per cui il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo le dimissioni di Giuseppe Conte, abbia dato a Roberto Fico (Presidente della Camera) l’incarico di esplorare la possibilità di una maggioranza parlamentare. Anche se la Senatrice Elisabetta Casellati ricopre la seconda carica dello Stato in quanto Presidente del Senato, Mattarella non si è rivolto a lei. E ragionavolemnete e legittimamente! Perchè il Presidente sa bene che lei super partes non lo è nemmeno quando siede a dirigere il Senato: appartiene comunque a un partito di opposizione rispetto alla maggioranza che era in campo. E l’appartenenenza della Senatrice Casellati a Forza Italia non solo non è mai venuta meno, non solo non si è mai celata ma al contrario è stata sfoderata in più di un’occasione, ogni qualvolta la Senatrice ha voluto liberamente esprimere le sue opinioni di parte sull’operato del governo. Nessun Senatore si è tuttavia neppure sognato di chiederne le dimissioni. Quindi, la richiesta di Fratelli d’Italia è strumentale. Il segno che la campagna elettorale è comunciata. Che non è una bagarre ma una dignitosa contesa, il sale della democrazia".
Nadia Urbinati