"È con grande piacere che martedì mattina ho incontrato il direttore generale della Ausl Tomagna, nella sede riminese del "Colosseo": durante il nostro colloquio, molto cordiale, abbiamo inevitabilmente parlato della questione riguardante il PRONTO INTERVENTO di Santarcangelo (che, preciso soprattutto per i politici meno attenti, non è un pronto soccorso). Nel corso del nostro incontro è emerso, ed ha trovato conferma, quanto avevo anticipato un anno e mezzo fa, ovvero che il problema principale per l'apertura h 24 di quel presidio ospedaliero è la mancanza di medici. Appurato questo, la soluzione non è affatto semplice e immediata: il dott. Carradori mi ha confermato di aver assunto a contratto, da quando si è insediato ad oggi, ben 6 medici, molti dei quali (quasi tutti in realtà) hanno avuto nel frattempo la possibilità di partecipare a corsi di specializzazione tecnica in medicina generale, per cui hanno dovuto abbandonare il pronto intervento essendo la specializzazione incompatibile con il contratto di lavoro. QUESTO SISTEMA NON FUNZIONA: data la situazione di emergenza bisognerebbe assolutamente consentire la frequentazione dei corsi agli specializzandi e lasciarli al contempo operare all'interno dell'ospedale! Un medico che segue un corso di specializzazione e contemporaneamente ha la possibilità di fare pratica in una corsia d'ospedale impara certamente meglio e prima... è lapalissiano! Il secondo nodo da sciogliere è strettamente collegato al primo: dove si fanno i corsi di specializzazione? In quel di Bologna e di Ferrara, dove poi naturalmente gli specializzandi vengono utilizzati in quanto trattasi di unità di riferimento di un polo universitario... l'idea del direttore generale è infatti quella di siglare un accordo per fare di questa Ausl la prima unità sanitaria locale di riferimento di una università così da poter poi utilizzare gli specializzandi.
Il vero problema quindi è il vuoto normativo che va sanato, urge un intervento politico A LIVELLO NAZIONALE NON PIÙ SOLO LOCALE: il Ministro della sanità deve intervenire e chiedere di legiferare in merito per fare in modo che anche in Italia la specializzazione sia formazione/lavoro alla stregua degli altri Paesi. In Inghilterra, ad esempio, l'emergenza territoriale è superata principalmente dall'ausilio degli infermieri... in Italia questo è impensabile perché ogni settore ha un contratto e ognuno può, come accade, rifiutarsi di andare a coprire un settore che non fa parte del proprio contratto... avere più elasticità sia a livello contrattuale che a livello pratico si traduce nella possibilità reale che un medico di una Ausl possa andare dove serve e non dove dice il contratto! Non basta l'incentivo economico se l'operatore assegnato per contratto a l'autoambulanza può rifiutarsi di andare in pronto soccorso o pronto intervento che sia...
Il direttore mi ha comunque assicurato che finché le regole saranno queste, farà tutto quanto in suo potere per coprire i turni e far funzionare il presidio in h24 nonostante in totale nei pronto soccorso e pronto intervento della Romagna manchino ben 30 MEDICI. L'unica via d'uscita nell'immediato è arrivare ad avere un unico contratto per i medici e superare la staticità di mansioni, ci sono : MEDICI DI PRONTO SOCCORSO, MEDICI DI CONTINUITÀ ASSISTENZIALE, MEDICI DI EMERGENZA TERRITORIALE. Tenerli contrattualmente separati è assurdo, si rischiano degli squilibri nei reparti come accade, ma in questo il dott. Carradori non ha potere e chiede l'intervento POLITICO... Ci vogliono delle norme, e una delle norme che la politica potrebbe e dovrebbe pensare, è garantire che l'emergenza territoriale venga affrontata già sui mezzi di soccorso da personale infermieristico che è preparato per quella funzione, mentre i medici dell'emergenza territoriale stiano all'interno degli ospedali a fare continuità assistenziale. Nei prossimi mesi, fa sapere il direttore, inseriranno una unità operativa di ricerca e di valutazione di servizi sanitari che avrà il compito di sviluppare delle progettualità da misurare e da valutare, e una di queste progettualità sarà quella di lavorare sulla emergenza urgenza extraospedaliera con dei mezzi che sono dotati esclusivamente di personale infermieristico, rispetto ad altri, e delle procedure di anticipazione terapeutica dentro al pronto soccorso. L'Ausl Romagna sta provando a mettere in piedi delle linee di valutazione che possano supportare chi poi deve fare o modificare le leggi. Anche la Regione potrebbe intervenire in qualche modo legiferando su certi aspetti, magari in accordo con gli ordini dei medici, non sempre tutti disponibili a certe elasticità, certamente è auspicabile un'azione nazionale che stabilisca una linea generale e uniforme per il comparto sanitario.
Questa è dunque la verità che sta alla base della difficoltà di una riapertura h24 del pronto intervento di Santarcangelo, sarebbe utile che la POLITICA anche locale (quella con la P MAIUSCOLA), si facesse carico una buona volta di queste istanze e le portasse o in Regione o meglio ancora direttamente a Roma invece di continuare a fare della polemica sterile additando colpe ai non colpevoli e ipotizzando soluzioni a che la normativa non consente di attuare. Adesso la politica non ha più scuse".
Walter Vicario Commissario Forza Italia Santarcangelo