Dopo un mese esatto dall’avvio, i saldi di fine stagione non riescono a far rialzare la testa al commercio al dettaglio: i dati raccolti da Confcommercio della provincia di Rimini in un sondaggio che ha interessato attività al dettaglio su tutto il territorio, spiegano ciò che accade ai negozi di vicinato, in particolare nel settore moda e abbigliamento.
I dati provinciali vanno di pari passo con il monitoraggio di Confcommercio regionale, scostandosi solo di qualche punto percentuale che non cambia la sostanza. Nella provincia di Rimini per il 29% degli operatori le vendite in questo primo mese di saldi sono in lieve aumento rispetto allo scorso anno, per il 46% invariate e per il 25% addirittura in diminuzione. L’unico dato leggermente positivo riguarda il valore della spesa media pro-capite, che in questo 2018 dovrebbe arrivare a 80 euro, rispetto ai 70 del 2017. Il 60% degli operatori ha dichiarato che il picco delle vendite si è registrato nel primo weekend. I negozianti riminesi lamentano anche la scarsa capacità di spesa del turista medio, ma comunque una maggiore ricerca di qualità: gli acquisti si sono quindi polarizzati sulla fascia media di prezzo. La stragrande maggioranza (94% ) ha avviato i saldi con la stessa scontistica dell’anno scorso e solo il 4% ha deciso di partire con percentuali di sconto più basse. Per quanto riguarda gli acquisti da parte di stranieri, per il 70% dei negozianti questi mancano all’appello: si registra un calo di acquirenti stranieri sia dei Paesi a noi più prossimi come Germania, Austria e Svizzera, sia russi.
“In questo primo mese di saldi, la crescita delle vendite è davvero risicata e molto probabilmente si arriverà alla fine con il solito ‘più zero virgola’ – spiega Giammaria Zanzini –. Insomma, promozioni e sconti non aiutano il rilancio degli acquisti e neppure quest’anno salveranno la stagione. La Camera di Commercio della Romagna ha reso noto l’aumento di aperture di nuove imprese in tutti i comparti, eccetto che nel commercio al dettaglio dove il dato è come sempre negativo (-1%), così come Istat ha sentenziato su base nazionale, per il secondo trimestre, la tendenza ad un -0,4% del valore delle vendite al dettaglio su piccole superfici (+2,1% la grande distribuzione). Ritornando ai saldi, resi sterili anche da promozioni settimanali continue e senza buon senso, alcuni dei fattori che contribuiscono al perdurare della crisi per i piccoli commercianti del nostro territorio sono il bisogno di rinforzare l’aeroporto per competere con le altre mete turistiche nazionali e internazionali, la poca capacità di spesa della maggior parte dei villeggianti come ha ben sottolineato di recente il presidente provinciale FIPE Gaetano Callà e il poco decoro e sicurezza denunciato a più riprese dal presidente Indino. Quel che è certo è che il comparto del commercio al dettaglio va tutelato e rilanciato prima che si spengano tutte le luci delle vetrine e la città rimanga vuota e al buio”.