"Caro Diario, ricordo quando anni fa proposi all’allora sindaco la possibilità di comprare all’asta il camping Carloni. La risposta che ottenni fu ovviamente esplosiva e scomposta, condita da qualche provocazione e chiusa con un “non si può fare”. Il risultato, a molti anni di distanza, è che Bellaria ha comprato l’ex Fornace proprio all’asta e ha progettato un parco pubblico e area eventi per 5 milioni di euro, mentre il camping Carloni è rimasto come allora una piazza di spaccio e di assoluta illegalità.
La mia proposta aveva il difetto di non essere stata partorita dalle stanze di palazzo Garampi, ma nelle sovversive vie di Viserbella. L’origine dell’idee è un difetto politico che oggi si manifesta nella questione del parco Don Tonino Bello, dove molti cittadini iniziano a chiedere a gran voce un ampliamento del parco tramite l’acquisizione dell’area verde a adiacente all’area che ospiterà la piscina. Una soluzione utile per mitigare la riduzione del parco causato dalla costruzione della piscina. Una richiesta che parte dal basso ma che il “Referente di Viserba in comune” (titolo che si è autoassegnato) non condivide assolutamente, senza spiegarne le motivazioni che portano alla bocciatura. Forse è stata fatta qualche promessa da mantenere oppure il problema è che l’idea, come per il camping Carloni, non è stata partorita in piazza Cavour.
Vedi Caro Diario, questa è la realtà dei fatti in cui siamo costretti ad operare. Buone idee e istanze ragionevoli vengono cestinate e ignorate perché chi amministra questa città prima con un volto pubblico chiede collaborazione dai cittadini ma in realtà quello che pretende è obbedienza.
La nostra città non può più andare avanti con la logica del noi contro voi, della filosofia del capo infallibile al comando, dove ogni idea che viene partorita dal gotha amministrativo viene vista come geniale e tutte le segnalazioni che arrivano dai cittadini sono solo delle rotture di scatole (scrivo scatole per evitare la censura).
Esiste un mondo che vorrebbe collaborare veramente ma non viene ascoltato, fatto da associazioni, dai famosi comitati e dai cittadini. Tutti pronti ad impegnarsi per collaborare alla pari e che non sono disposti ad essere trattati come sudditi.
Non è accettabile, e su questo so benissimo che mi ripeto, che un amministratore risponda ai cittadini “io sono stato votato e faccio quello che voglio, se non vi sta bene candidatevi” perchè questa non è collaborazione. Fare riunioni a decisioni prese e poi sfoggiare la rappresentanza degli incontri sul territorio non è sinonimo di dialogo, ma solo di indottrinamento. La riunione sulla piscina a Viserba e sulle case a Rivabella, solo per citare due esempi, sono l’emblema di questa arroganza al potere che ha come scopo solo accontentare interessi privati e non una logica democratica.
All’interno delle realtà che sono nate e che stanno nascendo, sono tanti gli iscritti o i simpatizzanti di centro sinistra che non si ritrovano in questa logica di amministrare la città. Vogliamo tornare a confrontarci, a poter decidere delle nostre vite ma soprattutto a poter programmare in modo costruttivo il futuro delle nostre imprese e della nostra bellissima città.
Sl’è nota us’ farà dè, ma quanto è lunga questa notte".
Stefano Benaglia