“Con una decisione che ci lascia increduli e preoccupati il Ministro dell'Ambiente ha scelto di abrogare il Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee (Pitesai), ignorando del tutto la possibilità di riorganizzare la procedura per l’individuazione delle aree in cui le estrazioni sarebbero ammissibili. Questa mossa segue la recente sentenza del TAR, che ha annullato la procedura ma non la legge stessa, offrendo quindi al ministro l’opportunità di correggere il tiro. Ma anziché opporsi alla decisione del TAR o cercare soluzioni rispettose dell’ambiente, il Ministero ha scelto la via più facile: abrogare completamente il Pitesai. Con questo atto, di fatto, si spalancano le porte alle estrazioni di gas fino a 9 miglia dalla costa, in un contesto in cui, ironicamente, i dati mostrano una riduzione della domanda e del fabbisogno di nuovi giacimenti. A nulla sono servite le "marchette" propagandistiche che tentano di mascherare il tutto come un intervento necessario per la sicurezza energetica del Paese: la verità è che l’abrogazione del Pitesai rappresenta una resa incondizionata agli interessi delle grandi compagnie del gas e petrolio, che ora non trovano più alcun ostacolo. Le conseguenze di questa scelta non si faranno attendere. Non solo si apre la strada a nuove trivellazioni in aree marine precedentemente protette, ma si fa anche un passo indietro rispetto agli impegni climatici presi dall’Italia in sede europea e internazionale. La transizione ecologica, che il Ministro stesso ha più volte ribadito essere una priorità, appare ora sempre più lontana, se non del tutto abbandonata. Il decreto legge appena approvato non dà alcuna garanzia che queste nuove estrazioni possano effettivamente portare benefici significativi, e sembra soltanto un pretesto per accontentare le lobby energetiche, mentre la riduzione della domanda di gas continua inesorabilmente.
A fronte di questo scenario, non possiamo non chiederci: quali interessi si nascondono dietro questa mossa? Perché non si è tentato di riformare la procedura, anziché abrogare un intero piano, che, pur perfettibile, offriva una visione sostenibile per il futuro energetico del Paese? Il Ministro ha deciso di giocare con il futuro del nostro ambiente e della nostra economia, dimenticando che una vera transizione energetica non passa attraverso concessioni alle estrazioni, ma attraverso investimenti concreti in energie rinnovabili e politiche di riduzione dei consumi. Restiamo in attesa di risposte, mentre il nostro territorio rischia di essere compromesso irrimediabilmente.”