Nonostante gli stop and go e visto l’impegno economico delle Regione, la fusione tra Bologna Fiere e Ieg (società quotata in Borsa ) di Rimini e Vicenza sicuramente si farà e nascerà la grande Fiera. Parte da qui il nuovo impulso di Emilia Romagna Coraggiosa Rimini, il movimento che si schiera accanto alla sinistra che governa Rimini in vista delle prossime elezioniamministrative. “La Fiera - si legge in una nota - è uno degli asset strategici di Rimini e la fusione è un’operazione che può essere fondamentale per i tanti aspetti sulle ricadute territoriali e per la nostra industria turistica. La via della fusione è stata scelta dalla politica regionale e dalle due società per affrontare il disastro causato dalla pandemia e per incrementare la competitività con i grandi players mondiali. E’ evidente a tutti che il sistema fieristico è stato fortemente colpito dalla pandemia, probabilmente necessita di risorse e di essere riorganizzato, e per uscire da una situazione di difficoltà unire le forze è sicuramente strategico e necessario. Per Emilia Romagna Coraggiosa Rimini, l’accordo di governance che dovrà definire i nuovi asseti societari ed il piano industriale, debbono necessariamente mantenere quell’interesse pubblico che sta nel radicamento territoriale degli eventi, facendo in modo che la futura aggregazione significhi il permanere delle manifestazioni sul territorio. Inoltre deve essere salvaguardata la titolarità dei “marchi” fieristici che, a differenza di Bologna, la Fiera di Rimini detiene in gran parte al suo interno. Il piano di sviluppo del nuovo piano industriale che delineerà il futuro della società nei rispettivi territori, dovrà anche occuparsi ad esempio dei temi della ristorazione, della società di allestimento e tutti gli altri aspetti. La futura aggregazione - si prosegue - deve essere un’operazione alla pari, che guardi agli interessi di entrambi i territori; la pandemia ha sicuramente colpito in maniera più dura il nostro territorio e la nostra economia, anche per questo non possiamo permetterci di perdere altri pezzi che compongono il nostro tessuto economico. La fusione delle due società oltre ad avere ricadute sui futuri assetti societari e composizione del nuovo consiglio, deve immaginare un possibile percorso di crescita e sviluppo, prevedendo la tutela e la messa in sicurezza delle centinaia di professionalità esistenti; il lavoro, i lavoratori e le lavoratrici, sia quelli diretti che quelli indiretti che compongono l’indotto, debbono essere il punto fermo nell’ operazione di fusione che le fiere si apprestano a fare".
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