“Siamo ad un passaggio decisivo della Campagna elettorale e voglio per un momento mettere da parte il confronto che la sta animando e provare a fare una proposta a tutti gli altri candidati sindaco”, esordisce così Gloria Lisi. “Vorrei proporre loro di assumersi chiunque diventi Sindaco, un impegno formale per l’istituzione dell’Assessorato alla pace”.
“Non è una struttura vuota fatta di parole e proclami, ma uno strumento concreto”, sottolinea Gloria Lisi, “attraverso il quale la nuova Amministrazione mentre imposta la sua azione di governo rivolta al territorio e alle sue istanze, guarda anche ai drammi, alle conflittualità, alle contraddizioni e alle ingiustizie/discriminazioni che attraversano il mondo attuale”.
L’assessorato, senza portafoglio, secondo l’idea proposta ai suoi avversari da Gloria Lisi, dovrebbe avere la funzione di promuovere e custodire un metodo di amministrare la città finalizzato alla costruzione della coesione sociale e della riconciliazione, fatto di concertazione con le strutture di volontariato e cooperazione internazionale nell'affrontare i problemi di inclusione sociale, di implementazione di percorsi educativi nella scuola e a più livelli alla solidarietà, ai valori della cittadinanza attiva, alla gestione dei conflitti personali, al disarmo della parola e della memoria e alla comunicazione nonviolenta, all’accoglienza, alla riconciliazione e alla pace, di creazione di una task force di psicologi, educatori, sociologi, tecnici e un rappresentante religioso, che intervenga sui territori del Comune in situazione di conflittualità acuta per conoscerle, affrontarle e trasformarle. “Rimini ha una grande e storica tradizione di accoglienza di rifugiati”, ha sottolineato Gloria Lisi “ma oggi è necessario ed improcrastinabile implementare azioni concrete per evitare che riesploda un sentimento di ostracismo verso i profughi che fuggono dalle guerre e dalle carestie”. “ Non basta un’azione programmata e sostenibile di accoglienza, ma a mio parere”, sottolinea ancora Gloria Lisi,” è necessario portare avanti un’azione sistematica di richiesta di cessazione delle guerre, di impegno per la di mediazione diplomatica e ricerca della Pace, di contrasto della produzione e esportazioni degli armamenti, di tutela dell’ambiente e tanto altro che la società civile e le istituzioni locali possono e devono fare perché i tanti che arrivano a Rimini non siano più profughi da accogliere ma persone che possano vivere in pace a casa propria”. “La nascita dell’assessorato alla Pace e alla Riconciliazione è una scelta che ci dice che città vogliamo essere e che città vogliamo costruire per i nostri figli. E’ una strada che ci ha indicato Papa Francesco. È una strada che va percorsa tutti insieme, da qui la mia proposta a farla diventare una proposta, un impegno di tutti i candidati sindaco, coinvolgendo anche, in un dialogo aperto e franco e in un lavoro costante i vari gruppi culturali e religiosi delle etnie presenti a Rimini”