Il mio è un ragionamento notturno, reso pubblico alla luce del giorno. Riflettevo su questo governo che si sta formando, andando con il pensiero non solo agli anni e ai mesi scorsi, ma anche ai giorni scorsi. A quante, cioè, Salvini e Di Maio se ne dicevano. Offese da querela, battaglie verbali di vasta portata ed oggi invece sono lì a studiare come mettersi d'accordo e a darci con tutta probabilità un governo. Ma questa è solo la premessa. Perché pensavo a come questa alleanza "gialloverde", come la chiamano gli osservatori, potrà riflettersi sulla nostra Romagna. A Rimini, per esempio, la Lega è all'opposizione ma il Movimento 5 Stelle non esiste in Consiglio comunale per le diatribe interne scoppiate prima delle ultime elezioni amministrative. Ero convinto che anche in questa città, specie dopo che Andrea Gnassi avrà abdicato, i pentastellati avrebbero fatto il pieno. Ora questo governo di risulta potrebbe invece rallentare quello che è ancora tutto da costruire: sappiamo tutto come sono i rapporti fra le varie famiglie grilline e non sarà semplice rimettere insieme i cocci. Ci piacerebbe sapere come i leghisti vedono questa alleanza di governo e, ancor di più, se fosse applicabile a Rimini o dove si andrà a votare. Dubito che nelle piccole realtà tutto ciò possa concretizzarsi, Rimini invece resta un'incognita e in attesa di chiarimenti la Lega dovrà dimostrare se anche qui possa essere forza di governo. La batosta che ha preso il suo candidato sindaco all'ultima sfida è stata di proporzioni gigantesche ma da allora ad oggi molte cose sono cambiate. Aspettiamo dunque l'evolversi degli eventi politici. L'unica certezza che tutti abbiamo è che il nuovo sindaco di Rimini quando si tornerà alle urne per le amministrative non sarà Andrea Gnassi.
Il direttore