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Politica 12:00 | 18/06/2024 - Rimini

Marco Lombardi interviene sull'ultimo turno elettorale: "Guardare più al numero dei votanti che al numero dei "tifosi"

"Il fenomeno che certamente ha più influito sulle ultime competizioni elettorali è senza dubbio la scarsa affluenza. Per contro appare sempre più evidente l’affermarsi di un elettorato votante, fatto non di cittadini intenti a scegliere i migliori protagonisti per realizzare il bene comune, ma di tifosi interessati solo a far prevalere la propria squadra. Questa tendenza naturalmente si alimenta più sullo scontro che sul dialogo. Usando una metafora calcistica a me cara, si può dire che al tifoso non interessa il bel calcio, ma gli basta semplicemente vincere anche su autogol o su rigore dubbio al novantesimo. Così facendo però si alimenta la polemica, lo scontro, non c’è prospettiva e spesso si perde il campionato. Se un politico si rivolge non alla platea dei suoi possibili elettori, ma solo ai suoi tifosi, usa toni e proposte estremiste e si sente appagato dal sostegno dei propri supporters, incurante del fatto che i suoi possibili elettori si assottiglino sempre di più. Ovviamente parlo di destra, sinistra e grillismo. Per essere concreto faccio tre esempi molto attuali e molto scomodi. Immigrazione, aborto, giustizia. Sono tre temi su cui una classe politica seria, si dovrebbe confrontare con determinazione affermando i propri principe e praticando i propri valori. Avendo ben presente però che siccome nessuno avrà il 100% dei consensi, occorre necessariamente trovare delle mediazioni. Ma c’è di più, in termini utilitaristici, un politico accorto sa che su posizioni estremiste avrà il consenso dei tifosi ma non un allargamento del proprio perimetro elettorale. Tanto è vero che da trent’anni il perimetro del centro destra e del centro sinistra è più o meno lo stesso cambiando solo i pesi interni alle coalizioni. Immigrazione. Al netto della propaganda, chi è contrario ad accogliere chi fugge da persecuzioni e quindi è meritevole di asilo politico? Chi è contrario a regolare una legittima immigrazione “economia”, perché proclamare che si può accogliere chiunque significa creare disagio sociale nei nostri ceti più deboli e condizioni di vita disumane per chi arriva? Chi non pensa che occorra fermare questo moderno traffico di schiavi che porta con se violenza e morte? Ci si può legittimamente dividere sul “peso“ delle misure proposte, ma non ci si può dividere sui temi di fondo, rifugiandosi nell’estremismo delle posizioni gradite ai tifosi Aborto. È così difficile condividere ciò che ha detto Mattia Feltri sul tema e cioè che l’aborto è una Libertà da difendere e tutelare e non un diritto da promuovere? Perché da entrambe le parti si brandisce come una clava la possibilità di aiuto dato in un consultorio ad una donna che legittimamente decide di abortire ma che magari può essere aiutata a superare i problemi che l’hanno determinata a quel gesto. Poi dividiamoci sulla propaganda esterna al problema, ma sul problema non guardiamo solo ai nostri tifosi. Giustizia. La Salis al Parlamento Europeo e Toti ancora agli arresti (domiciliari) è solo l’ultimo esempio di una giustizia malata. Cosa dobbiamo aspettare per dire assieme che mani pulite è stata una degenerazione della Giustizia? Sia per la sua impostazione “politica” che per i suoi modi “violenti”. Perché non si può convenire che la divisione delle carriere non è un “golpe” ma la corretta impostazione di un processo penale che metta sullo stesso piano accusa e difesa di fronte ad un Giudice terzo? Poi proponiamo misure diverse per l’attuazione pratica della riforma secondo gli umori dei nostri tifosi o cercando di allargare il consenso. Così facendo, io credo che si recupererebbe parte dell’astensionismo e si creerebbe un clima più utile al Paese, senza rischiare di degenerare in un conflitto permanente pericolosamente alimentato da un surplus di informazione faziosa e da un mondo social dove le battute da bar dello “scemo del villaggio” diventano post che in maniera più o meno consapevole raccolgono Like. Gaber diceva che “la Libertà è partecipazione” io mi permetto di dire che se la partecipazione si riduce il primo dovere di un Politico è quello di recuperarla, non quello di seguire l’onda accontentandosi di avere la maggioranza di quei pochi che vanno a votare".

Cronaca