“Esprimiamo la nostra contrarietà a quanto stabilito dal nuovo protocollo regionale che prevede la “quarantena generale” nelle classi con un solo caso positivo. La Regione cambi idea e applichi le linee ministeriali meno stringenti secondo le quali va fatto subito il tampone agli alunni e previsto il rientro a scuola per tutta la classe interamente negativa”. Lo chiede il Consigliere Regionale della Lega Matteo Montevecchi, capogruppo Lega ER nella commissione Scuola.
“Condividiamo l’appello avanzato dal Coordinamento dei comitati Emilia-Romagna aderenti alla Rete Nazionale scuola in presenza. Siamo convinti che la Regione debba fare un passo indietro, eliminando il nuovo protocollo regionale adottato. Devono essere seguite le direttive del governo per evitare di spedire in isolamento le classi dove si verifica un solo caso di positività, sospendendo le lezioni in presenza per almeno 6 giorni, ovvero fino alla refertazione di tutti i tamponi molecolari/antigenici che con le nuove misure regionali potranno essere effettuati solo a distanza di 4 giorni dall'ultimo contatto con il positivo” spiega il leghista.
“Con il nuovo protocollo regionale viene eliminato il primo tampone a tempo zero che consentiva l’intercettazione rapida di ulteriori casi, garantendo al contempo il rientro a scuola nel caso risultassero tutti negativi. Riteniamo invece che sia giusto, come riportato dalla nota tecnica nazionale n.50079, che in caso di un positivo in classe, si facciano il prima possibile i tamponi alla classe e, se negativa, possa rientrare immediatamente a scuola” sottolinea.
“Se la Regione, però, decide che ciò non si può fare utilizzando la scusa di ‘orientare al meglio le risorse impegnate nelle attività di prelievo e analisi dei test molecolari e antigenici’, allora contestiamo proprio le priorità della Regione. L’interesse vero dell’azione pubblica risiede nel cittadino, non nel risparmio delle risorse a discapito dei cittadini e nel caso specifico degli studenti che hanno già fin troppo subito le nefaste conseguenze della didattica a distanza dal punto di vista dell’apprendimento e relazionale” argomenta il leghista
“Ci chiediamo inoltre su quali basi il protocollo introduca la definizione di “contatto ad alto rischio”. Risulta difficile comprendere le motivazioni per cui sia possibile che a livello nazionale si dica che una parte dei contatti in ambito scolastico è da considerare a “basso rischio” dato che si rispettano tutte le misure di sicurezza, mentre la Regione Emilia-Romagna sostenga tutt’altro”.
“Queste scelte sbagliate della Regione fanno venire meno l’obiettivo primario della scuola in presenza. Pertanto sollecitiamo la Giunta, ed in particolare modo l’assessore alla scuola Salomoni e l’assessore alla sanità Donini, a revocare in via immediata il nuovo protocollo regionale e ad adeguarsi nuovamente alle linee ministeriali per garantire il più possibile le lezioni in presenza” conclude Montevecchi.