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Politica 17:35 | 08/06/2021 - Romagna

Montevecchi (Lega) sull'aborto: “Il nostro modello sono i centri d'aiuto alla vita non la banalizzazione a pratica fai da te"

“Il nostro modello sono i centri di aiuto alla vita, non la banalizzazione dell’aborto ridotto a pratica “fai da te”. Abbiamo un’idea diversa di futuro”. Così il consigliere regionale della Lega ER, Matteo Montevecchi, è intervenuto in Assemblea regionale nel dibattito sulla risoluzione presentata dal Movimento 5 Stelle, per “non consentire passi indietro” rispetto alla somministrazione della pillola abortiva Ru486 in day hospital e direttamente nei consultori, quindi senza ricorrere al ricovero ospedaliero.

“Ho letto e riletto con attenzione questa risoluzione presentata della collega Piccinini – spiega il leghista - ma a prescindere da come la si possa pensare, in un modo e nell’altro, non sono riuscito a comprenderne l’effettiva utilità. La richiesta posta nell’impegno di questa risoluzione di “non consentire passi indietro rispetto alla somministrazione della pillola Ru486 in Day hospital”, ovviamente rappresenta una mera contro-risposta rispetto all’interrogazione a mia prima firma, presentata in occasione della Giornata per la Vita, nella quale chiedevo alla Giunta regionale di bocciare le nuove linee guida ministeriali del 12 agosto 2020 (recepite dalla Regione Emilia Romagna il 22 settembre 2020) e che prevedono la somministrazione della pillola abortiva Ru486 in day hospital (quindi niente più ricovero ospedaliero ordinario di tre giorni ndr), direttamente nei consultori e con tempi più estesi, ovvero fino alla nona settimana di gravidanza". 

Il punto di vista della Lega ER, sulla pillola abortiva Ru486 e sulla risoluzione presentata dai 5 Stelle è chiaro: “Il nostro voto è contrario perché non le consideriamo dei “passi avanti”, anzi ci inducono ad alzare la guardia nei confronti del preoccupante e progressivo processo di desacralizzazione della vita umana e della banalizzazione dell'aborto. Si consideri solo la narrazione mainstream che tende a non rappresentare più l'interruzione di gravidanza come un dramma quanto come una pratica “fai da te”. Si tratta di un approccio che mai e poi mai potremo condividere. Piuttosto, esprimiamo il nostro plauso a quelle Regioni coraggiose come Marche e Piemonte che hanno almeno in buona parte preso le distanza delle nuove linee guida ministeriali stabilendo che la pillola abortiva Ru486 non verrà somministrata nei consultori” conclude Montevecchi.