Si chiude la fase di presentazione delle osservazioni alla VIA per l’impianto eolico offshore al largo delle coste di Rimini e la parola torna al ministero dell’Ambiente che esaminerà i contributi arrivati dai vari stakeholders del territorio.
Ho presentato una nuova osservazione, la terza di questo iter autorizzativo, in cui ribadisco come sia necessario proseguire il confronto per rendere questo progetto sempre meno impattante e con maggiori ricadute a vantaggio delle comunità prospicienti.
L’aspetto più importante di questo nuovo progetto, il terzo presentato da Energia Wind 2000, è che l’impianto si sposta completamente oltre le 12 miglia (22,2 chilometri), una distanza che ho sempre considerato quella minima a cui subordinare il proseguimento del confronto su tutti gli altri aspetti progettuali. Prendo atto che Energia Wind 2000 pur inviandomi controdeduzioni che indicavano quel dato come ‘non praticabile’ abbia fatto retromarcia e ricordo altresì che se fosse dipeso da alcune associazioni ambientaliste riminesi e forze politiche verdi (si fa per dire) questo enorme impianto eolico privato con aerogeneratori alti 220 metri sarebbe stato costruito soltanto a 5,4 miglia dalle nostre spiagge con un impatto visivo elevatissimo.
Questo nuovo progetto ‘Layout B Rev’ comincia a costituire un compromesso più accettabile per il nostro territorio. Parlo di compromesso perché gli impatti, i costi dunque, di questo impianto rimangono elevati.
Ci sono aspetti su cui il dialogo deve proseguire e che ho evidenziato nell’osservazione che ho presentato. Il primo è che agli enti locali coinvolti, e dunque ai cittadini, devono essere garantite compensazioni adeguate, in particolare a livello di importanti investimenti in sostenibilità per edifici pubblici e rete infrastrutturale e per rafforzare la loro corsa verso la transizione energetica.
Il secondo è che sia attentamente valutato dal ministero il possibile ‘effetto selva’ derivante dall’impatto cumulativo con l’impianto limitrofo proposto da Agnes previsto all’altezza di Ravenna e i cui confini progettuali non sono molto distanti da quello firmato da Energia Wind 2000 a Rimini. Il terzo è la richiesta al ministero ad attivarsi affinché ENAC accetti le misure di mitigazione ipotizzare dal proponente in merito all’illuminazione degli aerogeneratori per la sicurezza di navigazione aerea. La prescrizione di ENAC prevede ben 255 luci ad alta intensità accese giorno e notte con un eccessivo impatto sullo skyline, si può e si deve limitare questo inquinamento luminoso.
Auspico ora che la positiva collaborazione tra enti locali, amministrazioni, rappresentanti politici, associazioni della provincia di Rimini prosegua e che si riesca a migliorare ulteriormente il progetto definitivo nell’interesse dei cittadini e della nostra Riviera”.
Così in una nota il senatore del MoVimento 5 Stelle Marco Croatti Allegato il testo dell’osservazione alla procedura di VIA.
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TESTO DELL’ OSSERVAZIONE
OSSERVAZIONE
Innanzitutto evidenzio come le controdeduzioni inviate da Energia Wind 2000 alla mia osservazione siano in buona parte superate dalla decisione di modificare il progetto con la scelta del c.d. LAYOUT B REV, che raccoglie la principale condizione a cui chiedevo fosse subordinata l’approvazione della VIA, ossia l’allontanamento dalla costa oltre le 12 miglia dell’impianto eolico.
Una condizione, peraltro, in merito alla quale la stessa Energia Wind 2000 nelle controdeduzioni dichiarava “un ulteriore allontanamento verso il largo e oltre le 12 miglia non è praticabile”. Accolgo positivamente questa retromarcia e la decisione di un ulteriore sforzo a favore delle comunità prospicienti.
Desidero altresì contro-replicare ai proponenti dopo aver letto la controdeduzione e le integrazioni presentate al ministero.
Secondo il proponente nella mia osservazione si partirebbe da premesse non condivisibili e personali: “si parte dal presupposto secondo cui gli aerogeneratori sono sempre e comunque detrattori di valori paesaggistici e si applica un metro di giudizio totalmente personale, discrezionale e sinceramente non condivisibile in generale e non condiviso da tantissimi cittadini”.
Sono sinceramente colpito da questo passaggio. Ricordo ai proponenti che in quanto rappresentante di cittadini, eletto nel territorio coinvolto in questo progetto, le mie posizioni derivano non da ‘giudizi personali e discrezionali’ ma proprio dal mio ruolo che si esplica anche attraverso l’ascolto, il confronto, il dialogo con cittadini, imprese, associazioni del territorio. Le posizioni che esprimo derivano proprio da questo processo e intendono interpretare il pensiero degli stakeholders che incontro ogni giorno.
Secondo Energia Wind 2000 la posizione dei cittadini e dei turisti verso i parchi eolici sarebbe sostanzialmente non contraria, e ad avallare questa ipotesi cita un'indagine campionaria che: “offre dei dati assolutamente contrari rispetto agli assunti secondo cui la presenza stessa di un impianto eolico offshore possa mettere in crisi non solo l’identità di un luogo ma un intero sistema turistico e in generale le vocazioni su cui un territorio fonda la propria economia. Dei turisti intervistati Il 20,7% è favorevole alla realizzazione del parco eolico, il 70,3% si dichiara indifferente quindi neutrale, il 7,3% è perplesso e solo il restante 1,7% dei turisti è sfavorevole”. A tale riguardo ritengo che la statistica sia materia complessa e il quesito così come presentato sia mal posto. Se ai cittadini e ai turisti avessimo chiesto se fossero favorevoli alla realizzazione ad un impianto industriale eolico da 51 aerogeneratori alti 210 metri a 6 miglia dalla costa, con tanto di rendering (così come ipotizzato nel primo progetto) costruito da un privato e con l’energia prodotta che non andrebbe alla comunità locale ma venduta per fare profitti, la risposta quale sarebbe stata?
Invito Energia Wind 2000, al fine di mantenere un confronto equilibrato, a non ricorrere alla fallacia del ‘cecchino texano’ ossia sparare contro un muro e poi dipingere il bersaglio intorno.
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Aggiungo che se davvero il parere dei cittadini fosse importante in merito a queste opere enormi, che avranno una vita almeno trentennale, potrebbe essere opportuno che le amministrazioni locali interessate valutino una consultazione popolare mettendo a disposizione dei cittadini tutte le informazioni sul progetto definitivo.
Il proponente nella controdeduzione scrive: “Paesaggio tra l’altro che concettualmente è ciò che rinviene da processi in continua evoluzione e trasformazione e per lo stesso motivo non può essere congelato nell’immagine attuale, tranne semmai nei casi in cui si dovesse trattare di luoghi di straordinaria rilevanza, integrità e unicità, ma non sembra questo il caso poiché sia l’entroterra della costa riminese che lo stesso ambito marino mostrano il risultato di diffuse forme di antropizzazione”.
Faccio parte di una forza politica che fin dalla sua nascita ha cercato di agire contro il consumo di suolo, per uno sviluppo sostenibile e per rallentare, laddove possibile, il processo di antropizzazione. È coerente con la nostra visione batterci per un futuro che sia sostenibile. Se un territorio è fortemente antropizzato non significa che si possa e si debba continuare ad agire nella stessa direzione.
Altro aspetto. Scrive Energia Wind 2000: “a nostro avviso questo riferimento alle 12 Mn rischia di diventare un limite rispetto ad ogni tentativo di ragionare sul tema. Si stabilisce infatti una distanza assolutamente teorica che secondo il Senatore Croatti definisce lo spartiacque tra compatibilità e incompatibilità paesaggistica; tutto ciò davvero non è comprensibile”.
Per quel che mi riguarda invece non solo è comprensibile ma addirittura indispensabile per arrivare a costruire questi impianti, che riteniamo possano recitare un ruolo importante nella corsa verso la transizione energetica del Paese, minimizzando i contrasti e i legittimi dubbi delle comunità prospicienti. Si chiama compromesso. Ed è fondamentale per incrociare interessi pubblici e interessi privati.
Prendo atto che pur non ritenendolo ‘comprensibile’ il proponente abbia in seguito accettato lo spostamento dell'impianto oltre le 12 miglia. Un compromesso, appunto, accettabile.
Viene altresì evidenziato come per annullare completamente l'impatto visivo di questo impianto si dovrebbe allontanarlo a 45 km dalla costa.
Una considerazione a riguardo.
Ipotizzando che in Italia tutti gli impianti futuri vengano progettati proprio a 45 km dalla costa questo comporterebbe alcune conseguenze. Innanzitutto maggiori costi per chi proporrà l’impianto ma anche un iter autorizzativo molto più rapido perché le resistenze delle comunità prospicienti sarebbero nulle. E questo aspetto è proprio quello che sta rallentando nel nostro Paese la realizzazione di tutti gli impianti eolici offshore rendendo più lenta, difficoltosa e costosa la loro messa in opera. In una strategia energetica nazionale questo aspetto andrebbe valutato, ipotizzando di ragionare sui maggiori costi che questo comporterebbe per i privati al fine di garantire comunque un business plan valido, prevedendo possibili sostegni su questi maggiori costi.
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Invito il ministero a valutare possibili soluzioni per velocizzare la corsa verso la transizione energetica riducendo la conflittualità dei vari iter autorizzativi.
ELEMENTI PROGETTUALI SU CUI CHIEDO ATTENZIONE E APPROFONDIMENTO
Il primo è quello dell’illuminazione per la sicurezza di navigazione aerea e agli impatti che centinaia di queste luci ad alta intensità potranno avere. Chiedo al ministero che si attivi affinché le misure di mitigazione ipotizzate ad ENAC dal proponente siano accolte. Ritengo che l’impatto di queste luci potrebbe essere elevato. Pensiamo alle foto dei tanti turisti al tramonto o all’alba e quanto queste luci impatteranno sulla cartolina turistica della zona. A tale riguardo sarebbe possibile avere un rendering del paesaggio con poca luce (alba o tramonto) per tentare di valutare la visibilità di queste luci dalla costa?
Raccomando massima attenzione alle esigenze e alle richieste degli enti locali in merito alle loro richieste sulle opere compensative e in particolar modo su tutti quegli investimenti che rafforzeranno gli sforzi dei comuni sulla transizione energetica.
Chiedo approfondimenti sul possibile effetto selva che potrebbe verificarsi per eventuali impatti cumulativi con progetti eolici offshore limitrofi che stanno affrontando a loro volta l’iter di approvazione per la loro realizzazione.