Claudio Cecchetto nelle grazie della sindaca Angelini è una questione che si è trasferita ormai sul piano politico. La scelta di affidargli la gestione della musica da propinare negli altoparlanti cittadini fa discutere e non poco. Per il modo con cui si è giunti a tale decisioni e perché dietro si celano equilibri che non convincono l'opposizione. Tant'è che Stefano Paolini (nella foto), coordinatore locale e consigliere comunale di Fratelli d'Italia ha fatto subito fischiare le orecchie ai gestori della cosa pubblica. Angelini in primis.
“Con un atto d’imperio - dice Paolini in una nota - la Giunta comunale ha scelto di affidare a Cecchetto la colonna sonora che accompagnerà riccionesi e turisti nella passeggiata e nello shopping giornaliero. Leggiamo a titolo gratuito. Perché Cecchetto? Come si arriva a questa decisione arbitraria ignorando eventuali altri personaggi specializzati della materia? Cosa c’è dietro? Sappiamo che il sindaco sta tentando in tutti i modi di ingraziarsi un personaggio che comunque qualche paletto di sostegno alla sgangherata maggioranza potrebbe riuscire a metterlo, ma perché non istruire un bando pubblico per un’iniziativa del genere? E sul fronte del compenso pensiamo e crediamo, come Fratelli d’Italia, che un tornaconto nei confronti di Cecchetto ci sia: per esempio facendo girare la musica della sua scuderia, dei suoi allievi e di chi gradisce di più.
Ci si consenta, infine, ed è il punto su cui insistiamo di più: è stato appena dato un incarico strategico ad un giovane assessore al turismo e viene subito scavalcato, sembrano più un nome ed una scelta di comodo, vogliono far sembrare che non sia una marionetta ma qualcuno tiene i fili in mano approfittando della sua inesperienza e della sua giovane età.
I riccionesi non sono stupidi - conclude Paolini - hanno già aperto gli occhi sul modus operandi del sindaco e di chi si sta adoperando da tempo per navigare a dritta nonostante la barca faccia acqua da tutte le parti. Sappiamo tutti chi sia, anche se si nasconde dietro un anonimato approssimativo e ridicolo. Come dire, al peggio non c’è mai fine”.