“Oltre mille dipendenti in più negli ultimi quattro anni e un Piano Investimenti da 500 milioni di euro sono come si dice da queste parti tanta roba, ma anche quando come nel caso dell’Ausl Romagna si riesce a fare tanta roba c’è sempre qualcosa da migliorare, completare, implementare ed è quello che faremo nei prossimi anni. Perché una delle sfide più importanti che ci attendono è la tenuta del sistema sanitario nazionale e per riuscirci ci vogliono appunto persone e risorse. L’obiettivo prioritario deve essere garantire a tutti, in maniera indistinta, le migliori cure possibili”. In dieci anni da sindaca di Santarcangelo, nel corso dei quali ha assunto anche la vice presidenza della Conferenza Territoriale Sociale Sanitaria, nonché da consigliera provinciale con delega alla sanità (delega che detiene tuttora), Alice Parma ha toccato con mano esigenze, bisogni, punti di forza e criticità di un sistema messo sempre più in crisi da una politica nazionale all’insegna di tagli e ridimensionamenti.
“Guardo con grande timore al decreto approvato dal governo per cercare di fronteggiare l’emergenza liste d’attesa. L’ennesimo grande bluff, un provvedimento che non prevede il necessario stanziamento di risorse per assumere nuovo personale né per l’acquisto di nuove strumentazioni, se non pochi spicci avanzati dal finanziamento 2023, una cifra assolutamente irrisoria. Un’ulteriore penalizzazione del servizio pubblico a favore di una politica che apertamente favorisce e privilegia la sanità privata, invece di considerarla integrativa. Con l’inevitabile risultato che a livello territoriale cresceranno le diseguaglianze, così come il numero di cittadini che rinunceranno alle cure per motivi economici. In ballo c’è la tenuta di un sistema che vogliamo invece, come detto, consolidare come universalistico, il diritto alla salute per tutte e tutti, un valore fondante e indiscutibile, da sempre al centro delle politiche della nostra Regione” prosegue Parma, che focalizza in primis l’attenzione sul lavoro fatto sul territorio in questi anni: “I 16.560 dipendenti dell’Ausl Romagna fra medici e altri professionisti della sanità al 31 dicembre 2023 sono 1.130 in più dei 15.430 di fine 2019, con una crescita del 7.32%, superiore al 6.62% della media regionale. In questo periodo l’Azienda ha presentato e in gran parte portato a termine o messo in cantiere un Piano degli Investimenti per 500 milioni di euro. Oltre 4 milioni quelli stanziati su Santarcangelo fra il 2020 e oggi. Interventi che da sindaca ho seguito in prima persona, dal potenziamento della Chirurgia Senologica all’Os.Co, fino alla progettazione della Casa della Comunità. Più di 7 milioni stanziati per opere realizzate e in corso nel Distretto di Riccione, per le Case della Comunità a Riccione e Morciano e l’Ospedale di Comunità di Cattolica dove si sta sottoscrivendo l’intesa anche per una Casa della Comunità. Sempre in Valmarecchia, 924.000 euro sono stati investiti per la Casa della Comunità attiva dal luglio 2023 a Novafeltria, dove gli investimenti dell’Azienda sono nell’ordine di 3.488.000 euro e prevedono fra le altre cose l’apertura di un Ospedale di Comunità ampliato nel 2026, qui dove dal maggio scorso è attivo una delle tre nuove Centrali Operative Territoriali insieme a quelle di Rimini e Riccione. L’Ospedale Sacra Famiglia, diretto dalla Direzione medica di Rimini Santarcangelo Novafeltria, ha un mezzo di soccorso avanzato H24 (come Santarcangelo), leadership medica, uno dei tre Punti di Pronto Intervento che come CTSS siamo riusciti a mantenere attivi 24 ore al giorno in quanto zona montana in zona disagiata. Queste scelte dovranno mantenersi anche nei prossimi anni, quando non dovrà esserci nessun servizio in meno nelle aree montane. Più uomini e più risorse per tutto il territorio dunque, ma ancora non basta perché sono tante le sfide che ci attendono”.
La consigliera provinciale guarda quindi al futuro, con idee altrettanto chiare. “Appoggiamo in pieno e sosteniamo con convinzione le 10 proposte per riformare la sanità presentate dal candidato governatore regionale Michele De Pascale, convinti che sarà sempre più necessario portare i servizi di prossimità nelle aree interne. Con presidi ambulatoriali nei borghi e nelle frazioni che prevedano sì la presenza dei medici di base, ma anche figure professionali sanitarie, come ad esempio l’infermiere di comunità, che possano diventare punti di riferimento per le famiglie e in particolare per gli anziani in situazioni di cronicità. Sono inoltre convinta che bisognerà investire da un lato sulla telemedicina che rappresenta il futuro e dall’altro sul potenziamento degli hub centrali con personale e la miglior dotazione tecnologica possibile, ma anche come detto valorizzare le aree interne con nuovi presidi territoriali che garantiscano servizi quotidiani alle famiglie. E’ in quest’ottica che si rivelerà fondamentale il “Patto della montagna” proposto da De Pascale e siamo pronti a lavorare insieme a lui e tutti insieme per la priorità e appropriatezza delle cure. La politica dovrà inoltre farsi carico di saper garantire ai sanitari le paghe che meritano e a ogni ragazzo la possibilità di compiere il necessario percorso di studi per indossare il camice: una sfida - come annunciato proprio da Michele - da affrontare e vincere con l’ausilio e le conoscenze delle università della regione”.