Qualità delle acque e divieti di balneazione. Questi i temi al centro di un incontro tenutosi ieri in Regione, voluto dal sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad. Lo scopo è quello di migliorare il monitoraggio per evitare il cortocircuito comunicativo del luglio scorso che ha danneggiato il turismo. Bastarono 24 ore di divieto di balneazione per lo sforamento dei parametri batteriologici registrati il 26 luglio scorso per provocare un serio danno d’immagine per la costa romagnola che per gli operatori incise negativamente sulle presenze di Ferragosto. Per evitare altri cortocircuiti, il Comune di Rimini ha chiesto un incontro in Regione, tenutosi mercoledì, per confrontarsi sulla gestione delle verifiche in mare. In particolare, nell’appuntamento con l’assessora regionale all’Ambiente Irene Priolo, si è fatto il punto sui valori che certificano la qualità delle acque di balneazione. L’evento del luglio scorso, infatti, non era riconducibile ad alcuna causa endogena o esogena accertata, e sul quale la Regione ha condotto approfondimenti. La causa della presenza dei batteri oltre il limite è sembrata essere il risultato di una combinazione senza precedenti di mare a lungo calmo, senza vento, e dalle temperature altissime. Dal tavolo regionale è emersa l’intenzione di rendere più chiari e trasparenti i dati. Il noto divieto scattò a seguito di rilevazioni programmate di alcuni giorni prima, ma il mare nel frattempo si era già ripulito. Il danno comunicativo, però, era stato fatto per un mare che – precisano dal Comune - vanta la quasi totalità delle acque classificate come eccellenti.
Politica
11:27 | 19/11/2024 - Riccione