All’improvviso il falò della politica si è riacceso. La benzina l’ha messa la Provincia perché è lì che si giocano le prime mosse del post governo gialloverde nazionale. Così Andrea Gnassi si chiama fuori ufficialmente, esce dalla trincea o dallo stato di coma di un ente che non si sa ancora oggi che fine farà perché punta a ben altro una volta scaduto il mandato di sindaco di Rimini. Il Pd, onde evitare di rimanere fregato anche qui, va sull’usato garantito e si affida ad un hombre de partido come Riziero Santi, sindaco trionfatore a Gemmano ed ex segretario provinciale di quei Ds poi confluiti nell’attuale Pd, accalappiatore di voti non solo nella Valconca ma anche nella sua Riccione dove pure le cose per la sinistra non è che vadano benissimo. Ma “Riz”, come detto, è una garanzia e quella poltrona non può essere lasciata al nemico, qualunque esso sia.
Pronta la risposta, almeno sulla carta perché la diretta interessata continua a dire che “non c’è ancora nulla di ufficiale”. Domenica Spinelli detta Mimma sarebbe (condizionale d’obbligo sollecitato proprio da lei stessa) la candidata presidente di un centrodestra che tutti vorrebbero riunito e riappacificato ma che presenta ancora delle distinzioni eloquenti. La sindaca di Coriano ha la stoffa e le capacità per insediarsi in Corso d’Augusto, ci sa fare anche con i “sinistri” (vedi l’ottimo rapporto con il governatore Bonaccini) e ha saputo bastonare i rivali in più occasioni. Appena è venuto fuori il suo nome qualcuno sulla sua pagina facebook le ha scritto: “Mimma, ti vogliamo presidente della Repubblica, saresti la prima donna e la più adatta a farlo” ma nella palestra delle chiacchiere che sono i social ci sta anche questo. Mimma non ha ancora sciolto le riserve. Ma non abbiamo dubbi sul fatto che sarà lei l’avversaria numero uno di Santi e che saprà ricucire le ferite di un centrodestra malato da anni e talmente sciocco da farsi del male da solo.
C’è poi l’incognita M5S. La grande incognita perché tra i due litiganti sapete bene cosa indica il proverbio. Ma i pentastellati a Rimini sono (o almeno erano) fortemente divisi in correnti tanto da non riuscire nemmeno ad esprimere un candidato sindaco che avrebbe certamente impedito al bell’Andrea di travolgere il leghista Pecci e trionfare con irrisoria facilità al primo turno.
Le grandi manovre sono in corso o, come detto all’inizio, il falò si è riacceso. La Provincia, dicono tutti, ormai conta come il due di coppe quando la briscola è denari. Ma visti i primi nomi emerge la voglia di vincere o di reagire a quanto succede nella capitale. Molto dipenderà dalla Lega: correrà con il centrodestra oppure si muoverà da sola?
Vittorio Pietracci