Sul tema dei balneari non si dipana una matassa ingarbugliata che da troppo tempo tiene l’intero comparto nell’incertezza legislativa.
“Mi preoccupa il fatto che debbano andare a gara degli stabilimenti creati per imprenditori a cui il terreno è stato dato in concessione dallo Stato e che oggi lo stesso Stato possa decidere di revocare a distanza di tantissimi anni azzerando gli investimenti fatti nel tempo e soprattutto non riflettendo sul fatto che senza questi stabilimenti enormi tratti di costa sarebbero rimasti inutilizzati”.
Domenica Spinelli, candidata per il Senato con Fratelli d’Italia alle prossime elezioni del 25 settembre (Romagna, Ferrara, Bologna) ricorda quanti sacrifici siano costati alle famiglie quelle opere. “Revocare le concessioni da parte dello Stato oggi mi sembra un atto unilaterale di una gravità inaudita. Un conto è ragionare sulla revisione dei canoni di concessione, un altro è intraprendere la strada, come ha fatto il governo, di revocare le concessioni. I concessionari sono disponibilissimi a pagare anche molto di più, ma vogliono avere la garanzia temporale, serve certezza nei rapporti con lo Stato. Quando li si critica perché pagano poco, loro rispondono sempre: “non siamo noi a decidere, è lo Stato che ci fa il conto e noi paghiamo”.
In Italia sono 7.173 le imprese balneari, il 25% in più rispetto a 10 anni fa. Secondo dati Unioncamere 2021 1067 si trovano in Emilia-Romagna, 959 in Romagna, 427 in provincia di Rimini, 355 in quella di Ravenna e 177 in quella di Forlì-Cesena. In Italia il 44,5% sono a conduzione familiare mentre in Emilia-Romagna danno lavoro a 45mila-50mila persone.
“La Bolkestein – aggiunge la Spinelli – è una direttiva europea che non doveva essere applicata alle concessioni demaniali balneari e per più di un motivo. Eppure migliaia di aziende italiane sono state espropriate da un giorno all’altro dopo aver investito confidando sulla parola dello Stato. C’è una verità di fondo che si tenta di tenere nascosta ma che emerge in tutta la sua gravità: si predilige tutelare gli interessi dei gruppi stranieri rispetto alle imprese italiane. E questo – conclude la candidata al Senato - noi come Fratelli d’Italia lo combatteremo senza mezzi termini. Come? Il primo nostro impegno sarà quello di impugnare in parlamento la sentenze del Consiglio di Stato, che ha posto la parola fine all’ipotesi di rinnovo automatico delle concessioni, attraverso un ricorso alla Corte Costituzionale e sospendere nel frattempo le aste. Dobbiamo dare certezza alle aziende balneari, riconoscendone il valore d’impresa e facendo di tutto per evitare la messa a gara anche rivedendo i canoni ed adeguandoli”.