Per qualche euro in più | Sull'assistenza a persone con disabilità ed anziani non servono allarmismo o sussidi e le cooperative sociali non possono licenziare tagliando i servizi. E' nel dibattito pubblico da qualche settimana l'annunciato collasso del sistema delle cooperative sociali che in provincia di Rimini si occupano di assistenza a persone con disabilità ed anziani. Esponenti di Confcooperative e di alcune loro associate operanti nel socio – sanitario (accreditate e no) hanno denunciato un sistema delle tariffe totalmente inadeguato paventando addirittura la possibilità che di questo passo si arrivi a licenziamenti o al taglio di servizi. Partendo dal presupposto che i servizi da erogare non sono a discrezione di una o più cooperative e che i “licenziamenti” non andrebbero evocati con tanta leggerezza, su questo “grido di allarme” corre l'obbligo – data la delicatezza dei temi sociali coinvolti - di proporre una chiave di lettura che contribuisca alla risoluzione strutturale dei problemi.
Il contesto riminese | FP CGIL RIMINI-CISL FP ROMAGNA-UILTUCS, sottoscrittrici del Contratto collettivo “coop sociali”, hanno avviato una mobilitazione per l’apertura di un tavolo negoziale che fra i punti della piattaforma ha proprio quello di un confronto in merito alla sostenibilità economica degli appalti (accreditamento), sulle ricadute in merito ai livelli occupazionali e sulle condizioni di lavoro. Questa mobilitazione ha preso le proprie mosse dal rinnovo del Contratto territoriale fermo al 2016. Secondo le Centrali Cooperative infatti non è prassi discutere di secondo livello quando si sta affrontando il rinnovo del CCNL. Va in ogni caso trovato lo sblocco per una vertenza che riguarda 1891 lavoratrici e lavoratori in questa provincia (stando ai dati degli associati a Confcooperative); ma come non vedere che il tema tariffe e quello del lavoro sono legati a doppio filo?
Il mondo cooperativo lamenta costi “alle stelle e fondi pubblici insufficienti” ma va tenuto presente che, a maggio 2022, dopo gli incontri con gli Uffici di piano Rimini Nord e Rimini Sud era emerso con chiarezza – dalle dichiarazioni degli Enti Pubblici - un’altra realtà proprio in merito alla questione risorse e sistema delle tariffe. Su questo punto dunque serve riportare il dibattito sui giusti binari, piuttosto che invocare sussidi. Se infatti – come dichiarato da Guaitoli de “Girasole” e “Le mani” - 3 € in più per ogni paziente al giorno non sono sufficienti, quanto si pensa di poter chiedere per gestire un'attività in avanzo che garantisca un'adeguata qualità del lavoro? C'è infatti, piuttosto, da registrare un costante flusso di dimissioni presentate da chi lavora nel settore della cooperazione sociale, questo nonostante dal 2022 non vi sia più il fenomeno delle dimissioni per il passaggio al Pubblico: oltre 200 dal 2021 ad oggi e contando solo quelle presentate attraverso le Organizzazioni Sindacali.
Il patto per il Lavoro e il Clima è la sede dove impostare la discussione sulla riforma del sistema | Se fossimo d'accordo sul principio per il quale più qualità del lavoro migliora i servizi per le persone più fragili allora il ragionamento potrebbe chiamare in causa anche le committenze che sono al centro del servizio pubblico e dell’erogazione di questi servizi. In provincia di Rimini su questo tema abbiamo un ambito strategico nel quale far valere queste ragioni ed è il Patto per il Lavoro e per il Clima che prevede: “riconoscere l’equità e parità di trattamento ai lavoratori/lavoratrici del Terzo settore che, chiamati spesso ad una grande flessibilità rischiano di subire situazioni di precariato” […] “azioni e strumenti a tutela dei lavoratori e lavoratrici del terzo settore che lavorano con committenza pubblica, contrastando sia il fenomeno delle cooperative cosiddette ‘pirata’ che altre situazioni di deregolamentazione per evitare iniquità e dumping, in particolare laddove il volontariato viene impiegato in alternativa alle legittime forme contrattuali”. Su questo punto sarebbe peraltro interessante capire se e come all'interno delle stesse Centrali Cooperative sia contrastata la concorrenza sleale basata su costo del lavoro; che esista è pacifico.
Il “che fare” della cooperazione sociale | Provando ad esercitare un’azione positiva le Organizzazioni Sindacali rilanciano sul riavvio di una contrattazione che da un lato fissi l'orizzonte per una riqualificazione del lavoro attraverso un accordo integrativo territoriale pienamente efficace, dall'altro si faranno promotrici nelle prossime settimane della richiesta di insediamento del tavolo di confronto provinciale che dia attuazione a quanto definito nel Patto per il Lavoro e per il Clima. E' urgente definire un insieme di regole e modalità affinché, insieme al miglioramento delle condizioni di lavoro, possa davvero raggiungersi un più alto livello di assistenza per le fasce più fragili delle nostre comunità.