Tanti gli operatori coinvolti nella serata moderata da Simona Mulazzani, direttrice di IcaroTv
Il turismo come fonte di valori è stato il tema svolto dai diversi relatori, con sensibilità e angolature differenti.
Il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad ha parlato di “tenere in equilibrio l’economia (ovvero il turismo) e l’anima: ogni proposta deve fondarsi sulle caratteristiche dei luoghi e delle persone che li abitano. A Rimini non vogliamo l’effetto del villaggio turistico standardizzato”.
La dott.ssa Laura Vici (docente del Campus di Rimini dell’Università di Bologna) ha affrontato il suggestivo tema della destinazione turistica, quasi fosse un distretto industriale, dove convivono diversi elementi di forza (piccole imprese, l’aspetto relazionale e sociale) e funziona se c’è cooperazione e competizione. Economista proveniente da una famiglia di albergatori, la Vici ha messo poi l’accento sulla accoglienza, componente tipica del nostro territorio, dato imponderabile dal punto di vista economico ma ciò che caratterizza la riviera e la qualità della sua offerta turistica.
Il dott. Francesco Barbini (docente del Campus di Rimini dell’Università di Bologna) si è soffermato sul tema del lavoro, tema “complicato e delicato”. Oggi il lavoro nel comparto turistico è meno appetibile rispetto a un tempo, perché manca - anche nella legalità – una forte progressione di carriera e garantisce solo l’impiego per pochi mesi. “È importante parlare più ancora che di dignità del lavoro di dignità del lavoratore” ha detto Barbini, per il benessere che deriva da una situazione in cui il lavoratore si sente a proprio agio. Per cambiare questo sistema secondo Barbini o si fa il verso alle grandi catene oppure si sposa un modello capace di allungare la stagione: “È una scelta che deve operare il territorio”.
Don Marco Foschi, assistente spirituale dell’Ufficio Pastorale del Turismo della diocesi di Rimini, ha proposto quattro parole chiave. La prima è: incontro. “Incontro è una parola chiave che toglie dall’imbarazzo di utilizzare parole più sbilanciate sul versante economico come turista, cliente. Incontriamo persone, e da questo incontro nascono rapporti, anche duraturi. L’esperienza nella parrocchia di Igea Marina è quella di una comunità che cerca di essere accogliente anche nelle liturgie e da questo stile sono nati rapporti con tante persone che - specie della Emilia-Romagna, dalla Lombardia, dal Piemonte, dal Veneto e dal Trentino restano in contatto tutto anno e appena possono ritornano a stare con noi. L’incontro e l’accoglienza hanno fatto scattare elementi che nessuno poteva mettere in conto”.
La seconda parola è: messa. In particolare la messa all’alba he è diventata una caratteristica della comunità di Igea Marina. “Nata quasi per scherzo nel 2014, come tentativo di intercettare un mondo giovanile che tornava dalla notte, negli anni ha subito una crescita esponenziale e crea una vera situazione di comunità”.
La terza parola è: contatto. “In particolare con gli operatori turistici. Si sono aperte porte stupende. Personalmente mi reco in spiaggia, negli hotel e nei luoghi della ristorazione e scopro trame nuove che valorizzano persone e relazioni”.
Il quarto vocabolo è: accoglienza. “Oltre all’accoglienza tipica romagnola, c’è qualcosa di più che noi riminesi possiamo mettere in campo, una grande possibilità per quella grande città che va da Bellaria a Cattolica.
Fare del nostro territorio sempre più un luogo di incontro e di spiritualità, in senso ampio”.
“Alla Chiesa stanno a cuore le persone, le famiglie, il loro benessere, la loro gioia, la felicità. – ha detto mons. Nicolò Anselmi, Vescovo di Rimini - Una vita felice è il desiderio di Dio nei nostri confronti. E il mondo del turismo nella nostra Diocesi ha a che fare con questo desiderio profondo della Chiesa e di Dio.
Il turismo – non solo della costa ma anche collinare e dell’entroterra – dà lavoro a un grande numero di persone e il lavoro è parte della felicità dell’uomo.
Ogni persona necessita di riposo, di momenti di gioia e di pace. Gesù stesso nel Vangelo dice ai discepoli: «Venite qui e riposatevi un po’». Riposarci anche in rapporti meno veloci, per stare assieme, meditare, pregare, scoprire, guardare”.
“Il mondo del turismo - ha proseguito il Vescovo Nicolò - offre alle famiglie spazi di riposo e di serenità e la possibilità di ritrovarsi in modo gioioso. Come nei ritmi forsennati della vita quotidiana rischiamo un po’ di perderci, nel riposo possiamo invece ritrovarci.
In particolare il turismo riminese possa sempre più caratterizzarsi come un turismo di relazione, fondato cioè sullo stare assieme. Questa è la strada da percorrere: operatori, turisti e Chiesa di Rimini insieme”.