Docente, teatrante, studioso di storia patria, scrittore di questo e di quello, a Loris Pellegrini non mancava che scrivere canzoni. Ha fatto anche quello. Negli anni Novanta, ad esempio, per gli spettacoli della Compagnia del Serraglio; ma poi, anche, per piacere personale, senza uno scopo preciso. Ottimo conoscitore della musica da Monteverdi a Schönberg, ammette candidamente di aver subito l’influenza di Nino Ferrer o magari Natalino Otto. E se volessimo trovare altre referenze le troveremmo tra le evergreen song americane, o il teatro cabaret, o ancora quel bel repertorio italiano tra Cinquanta e Sessanta, che vantava un Bruno Martino, il Quartetto Cetra e finanche i Brutos. Canzoni “recitate”, che potremmo immaginare interpretate da Duilio Del Prete, in precario equilibrio tra la semplice modulazione musicale da maggiore a minore e i testi teatrali per il consumato diseur. Lo stesso Loris Pellegrini si presenta così: «A scrivere canzoni cominciai subito dopo aver appreso, da ragazzo, a suonare la chitarra. E ai primi anni Ottanta risale la mia prima composizione, testo e musica, che è anche quella che apre questo album: Ascolta. I pochissimi che la sentirono me ne dissero bene, ma la cosa finì lì. Fu la Compagnia del Serraglio, della quale facevo parte, a riaprire la porta creativa: il nostro primo spettacolo, Al ristorante, aveva bisogno di una sigla di apertura e mi offrii di scriverla: ecco così nascere La vita è un ristorante. Piacque, e Café noir, un varietà comico “cimiteriale”, mi fornì l’occasione per scrivere sei nuove canzoni: Morire d’amore, Prestami il tuo loculo (da un’idea di Andrea Lisi), Ma dimmi com’è bello, Finalmente sono morto, Vorrei farti tanto male e Fantasmi. Per Francesca Airaudo e il suo Yvonne B., scrissi Passai subito al secondo. L’album si chiude con le canzoni nate per il solo divertimento personale: Mamma dimmi cosa; Nato stanco; una canzone dedicata al nostro tecnico di allora, Nevio Cavina: Anche i tecnici hanno un’anima; e poi Basta un po’ di musica, Con un po’ di ritmo, In fondo al cuore.» Ma per fare uscire la canzoni dal cassetto era necessario che qualcuno si facesse carico di “produrle” come si dice in gergo discografico. Ci ha pensato Marco Giorgi, della Yourvoice Records, giovane ma agguerrita etichetta riminese: ha preso queste canzoni, le ha arrangiate, ha convinto Loris Pellegrini a cantarle ritenendo che fosse il migliore interprete delle sue composizioni, le ha raccolte in un album che ha lanciato sulle più conosciute piattaforme musicali: Spotify, Itunes, Amazon Music, Youtube ecc. È stato un lavoro certosino dove l’ingegno musicale di Marco Giorgi ha perfettamente interpretato la vena lirica ma anche la sfacciataggine teatrale di Loris Pellegrini, e questo album è il risultato. Come direbbe l’autore ad un possibile pubblico: Ascolta!
Spettacolo
11:59 | 16/08/2024 - Riccione