Si è conclusa domenica 14 luglio con grande successo di pubblico while we are here, 54esima edizione di Santarcangelo Festival, diretta per il terzo anno dal curatore, drammaturgo e critico polacco Tomasz Kirenczuk, riconfermato fino al 2026. Per dieci giorni la rassegna ha trasformato il borgo medievale in una “città-festival” attraverso lo sguardo di quasi 40 compagnie italiane e internazionali per un totale di 170 appuntamenti, di cui 37 gratuiti. Una proposta varia composta da 32 titoli in cartellone, 13 dj-set, 4 workshop, 3 warm up, 8 talk. Sono stati parte del Festival 15 spazi spettacolo a Santarcangelo, 1 a Rimini e 1 a Longiano.
In Piazza Ganganelli, cuore della vita del borgo e del Festival, sono stati ospitati 6 spettacoli gratuiti, 3 warm up, oltre che il progetto Centro Festival, luogo d’incontro e socialità, punto strategico per l’accoglienza di pubblico, artiste, artisti e ospiti. Le strade del centro di Santarcangelo hanno inoltre ospitato ROOMS, il nuovo market vintage che ha animato Piazza Ludovico Marini e Via Matteotti nei fine settimana del Festival.
Si è registrato il sold out sulla totalità delle proposte con oltre 22mila presenze e 12mila biglietti venduti in 10 giornate. La platea, ogni anno più numerosa, giovane e internazionale, ha contato 450 presenze di professioniste e professionisti del settore da 27 nazioni e 4 continenti, 80 giornaliste e giornalisti accreditati tra stampa nazionale e internazionale. La realizzazione di questa edizione di Santarcangelo Festival ha impegnato uno staff di 186 persone, tra le quali hanno offerto il loro contributo 29 stagiste e stagisti, 40 volontarie e volontari.
La programmazione del Festival ha svolto l’importante funzione di attivare un dialogo stimolante con la realtà sociale e politica di oggi. Sono stati presentati al pubblico molti lavori di artiste e artisti per la prima volta in Italia, in un palinsesto dominato da proposte interdisciplinari, al confine tra arti performative e cambiamenti sociali.
Il Festival si è chiuso, domenica 14 luglio, con due performance molto diverse tra loro ma che possono racchiudere simbolicamente il senso del Festival. Nella preziosa cornice del Teatro Galli di Rimini, accolto da scroscianti applausi, si è svolto in prima nazionale Rive della coreografa Dalila Belaza: una riflessione sul concetto di rituale, “Rive” vuole mettere in discussione l’alterità, inventare cerimoniali in grado di unire mondi lontani svelando ciò che li accomuna. A seguire presso lo chapiteau di Imbosco il pubblico del Festival ha assistito a “The Cake”, della performer e attivista Rébecca Chaillon: un rito dissacrante e partecipato in cui la Chaillon diventa lei stessa torta, ingerendo le materie prime così come le parole e lasciandosi divorare dal pubblico.
Un grande risultato per il Direttore Artistico Tomasz Kireńczuk, che ha commentato così: “Il Festival di Santarcangelo ha alcune caratteristiche fondamentali che lo rendono davvero speciale e unico nel contesto nazionale e internazionale. La grande ospitalità da parte della cittadinanza santarcangiolese che per 10 giorni offre alle artiste e artisti la possibilità di vivere, cambiare, inventare lo spazio comune è un gesto generosissimo che ci fa ricordare quanto importante per il nostro futuro comune sia questa ospitalità per chi viene, spesso da lontano, per aprirci a nuove prospettive e modi di leggere la realtà. Credo che il Festival di quest’anno abbia confermato la sua capacità di costruire e immaginare ancora una volta gli spazi comuni in cui poter dialogare e confrontarsi su nuove prospettive per un futuro possibile, sempre più complesso e di cui c’è sempre più bisogno di prendersi cura.”